venerdì 18 novembre 2016

Commento al Vangelo della XXXIV settimana: festa di Cristo re. Gesù gli disse: "Oggi sarai con me in Paradiso" (Lc 23, 35-43)

Montava la canea davanti al Crocifisso, voluto collocato in mezzo a due ladroni. Stessa sorte perché fosse Gesù accomunato ai due delinquenti.
Il Maestro aveva accusato i capi religiosi di essere ladri e banditi, vendetta dunque: appaia Lui accusato dello stesso reato di cui incolpava gli avversari. Il popolo, indicato dall'evangelista Luca con quel titolo che apparteneva a Israele "chiamato a salvezza" era lì a spiare, responsabile del suo "destino". I soldati irridevano nella bieca crudeltà cui erano abituati, un "sedicente" re impotente e ai loro occhi "da burla". I capi religiosi invece a sollecitare stessa volontà a riscatto di un messianismo in grado di esibire orgoglio e potere: "Scendi dalla croce e ti crederemo". Anche la scritta della condanna lo ritrae con sarcasmo: "Questo è il re dei Giudei".
Tutto congiurava contro di Lui, compreso in silenzio del suo ruolo di "Redentore". Fa rabbia tanta "passività" a uno dei crocifissi accanto a lui e lo sfida a salvarsi e salvare anche loro. Ma l'altro ha solo parole di compassione per Gesù innocente e Gli chiede un ricordo, quando avrebbero raggiunto il suo Regno.
La risposta fu immediata: "Oggi sarai con me in Paradiso".

Fra' Domenico Spatola
fradomenicospatola.blogspot.com

Nella foto: Dipinto di Tiziano.

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