martedì 27 dicembre 2016

2017: l'Anno Nuovo che accogliamo...

Astronomicamente si tratta di un nuovo giro di valzer, lungo 365 giorni, che il nostro Pianeta farà intorno al sole. Quattro i miliardi di anni dal suo primo vagito e l'uomo, che l'abita da quattro milioni, è tra gli animali l'unica specie che, potendo decidere la propria sopravvivenza, ancora non ha deciso, perché guerre e armi sempre più sofisticate e di distruzione di massa sono in continua crescita.
Ogni "anno che viene" rileva il testimone da quello che va e, a staffetta, collega bilanci passati con quelli che non enigmatici ripresenta il nuovo: debito pubblico, disoccupazione, tasse, precarietà e, gettando lo sguardo sullo scacchiere sempre inquietante e senza apparente soluzione del Medioriente, la guerra infinita e tribale siriana, conseguenza di scelte sbagliate dei decenni precedenti, senza il fiuto lungimirante di una politica mondiale in grado di prevenire i tragici effetti di reazioni emotive e improvvisate.
Il mondo globalizzato vive la crisi della "inversione a U": la tentazione di ritornare ai nazionalismi e alle chiusure di tutte le frontiere non solo agli extracomunitari, ma agli stessi cittadini dell'Unione.
I demagoghi del momento cavalcano la tigre in senso disgregante, facendo paura alla gente con apocalittiche previsioni catastrofiche circa il fallimento dell'euro e delle banche. L'esempio negativo della Brexit, con l'uscita dalla Comunità Europea della Gran Bretagna, ha gettato notevole scompiglio in chi crede all'Europa unita, e ha gonfiato le vele di quanti ne sperano la disgregazione.
Con l'anno che viene inizia l'era di Trump. Qualunque sorpresa possa comportare la dirigenza americana, non ne si può eludere il dialogo. E' necessaria tanta diplomazia, soprattutto per evitare che l'Europa venga marginalizzata dall'inquietante intesa esclusiva tra  Putin e Trump.
L'Italia vive la difficoltà del terremoto, che sul finire di Agosto è iniziato ad Amatrice e dintorni e non ha smesso, per i mesi successivi, di distruggere i paesini dell'Italia centrale. Oltre il centinaio di morti, c'è il disagio degli sfollati che con la casa hanno perso il lavoro e tanti anche il futuro. La solidarietà è stata ammirevole, ma il fenomeno ricorrente mette a dura prova anche le dissanguate casse dello Stato, il cui debito pubblico è spaventoso e grava pesantemente sulle spalle delle future generazioni.
In tal senso è la politica europea che va rivista. Chi ne propizia l'andamento infatti non è il popolo mediante i suoi rappresentanti, ma le lobby finanziarie e bancarie private che possiedono il monopolio della zecca e vendono a interessi non proprio di favore l'euro ai vari Stati.
L'anno che verrà eredita dunque tanti problemi, e si propone a offrire soluzioni. L'augurio è a tutti e l'auspicio che finalmente i capi del mondo si facciano ambasciatori di pace e rispettino i diritti alla libertà e all'autodeterminazione dei popoli, nel rispetto culturale delle minoranze, e questo in Turchia, in Siria, in Iraq e Iran, come nei tanti Paesi dell'Africa dove la guerra, come la fame, è epidemica e la popolazione cerca scampo altrove. Gli sbarchi degli immigrati sono quotidiani. I paesi di frontiera come l'Italia e la Grecia sono al colmo delle possibilità, soprattutto perché lasciate sole dalla maggioranza degli altri Stati europei. La Germania è tra quelli che ha dato di più, eppure nelle feste di Natale ha subito lo sfregio dello  jiadista tunisino, che, imitando la strage di Nizza dello scorso 14 luglio, ha causato anche la morte della ragazza di Sulmona.
Il nuovo anno è ascrivibile alla speranza che qualcosa cambierà, come nell'annuncio di papa Francesco, rimasto tra le voci profetiche più credibili del mondo.
Buon anno 2017!!!!

Fra' Domenico Spatola.

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