venerdì 27 gennaio 2017

Fra' Domenico Spatola: Commento al Vangelo della quarta domenica del tempo ordinario: Matteo 5, 1-12

1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.


Commento al Vangelo.

Con le "Beatitudini", Matteo espone il programma di Gesù. Alternativo ai Comandamenti di Mosè. Gli immediati destinatari erano ebrei ormai evangelizzati, ma con nel cuore ancora tanto legame con la prima appartenenza. Ciò spiega dell'evangelista il costante confronto tra Gesù e Mosè e le Alleanze da essi rappresentate. Sintomatico di quella più "antica", era l'uso frequente del verbo "obbedire". La relazione con Dio era infatti immaginata come tra padrone e servi. Per la "nuova" Gesù adotta il verbo "somigliare". Dio non va immaginato padrone da temere e da obbedire, ma padre da imitare nel suo amore per l'Umanità.
Il programma di Gesù è offerto in otto proposte. La scelta del numero richiama il giorno della risurrezione, il primo dopo il sabato indicato "settimo". Intenzionale anche la quantità delle parole impiegate: settantadue, quanti, nel primo libro della Bibbia, i contati popoli della terra.
Il messaggio delle "Beatitudini" per l'evangelista è per tutti e non esclusivo di Israele.
Il monte scelto è accessibile ai discepoli, come a tutti quelli che stanno ad ascoltare il Maestro.
"Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli". Come a dire: "Per essere beati come Dio, è sufficiente accogliere il suo amore, che non va meritato né mercanteggiato, ma accolto e donato agli afflitti, o a quelli che piangono per le ingiustizie o hanno perduto ogni eredità. "Beati" costoro, perché hanno trovato i misericordiosi, i puri di cuore, i costruttori di pace che, come fa Dio, si prenderanno cura di loro.

Fra' Domenico Spatola.
Nella foto: Il discorso della montagna di Beato Angelico.

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