venerdì 29 giugno 2018

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della tredicesima Domenica del Tempo Ordinario (anno B): Marco 5, 21-43

Essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». 29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: «Chi mi ha toccato?»». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male».
35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 41Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare

La folla sulla spiaggia è in attesa di Gesù di ritorno dalla missione in terra pagana. Nutre stesse aspettative di liberazione. Il termine "mare", attribuito al lago di Tiberiade, testimonia universalismo del suo messaggio. Anche il capo della sinagoga accorre a lui: Giaro. Si distingue dal coro dei colleghi farisei, detrattori di Gesù, e chiede disperato al "Maestro" un intervento per la "figlia dodicenne" in fin di vita. Adombra, nell'episodio, l'evangelista Marco il popolo oppresso dal legalismo religioso imperante e senza l'alternativa di vita piena che solo Gesù può dare. Alla richiesta, si fa subito  compagno, e lungo il tragitto, si evidenzia il problema degli  "emarginati dalla religione" perché "impuri" e morti per la società.
Su questo disastro operato dalla religione, Gesù chiede attenzione alla folla, che a lui si stringe, invitando colei che ne aveva toccato il lembo del mantello e ne era guarita, a venire fuori. "La tua fede ti ha salvata!" Fu l'insospettata sentenza. Premiata dalla fede, per avere trasgredito una legge disumana.
Il corteo è tentato di arresto, perché "la fanciulla è morta" e tutto è inutile per il potere della morte di fare sprofondare irreversibilmente nel regno dei morti. Gesù non è d'accordo e invita a credere e a sperare perché la morte non è l'ultima risposta, mentre il suo amore è più potente. Caccia prefiche e lugubri suonatori. E la camera "ardente", viene fatta "nuziale" sotto lo sguardo felice e attonito dei genitori e  discepoli prescelti.
Il "capo" ha lasciato il posto al padre, dinanzi al quale Gesù porge la mano alla ragazza (da marito), invitandola ad alzarsi. Era gesto nuziale. Il numero "dodici" accomunante i due episodi alla condizione di Israele e di tutti i popoli, offre anche a noi, senza alibi, ragioni di libertà e di vita.

Fra' Domenico Spatola 

Nella foto: Resurrezione della figlia di Giairo (Repin 1871 - Museo di Pietroburgo)


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