sabato 11 maggio 2019

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della IV Domenica di Pasqua: Giovanni 10, 27-30

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

Si festeggiava la "Dedicazione".
Annuale riconsacrazione del tempio di Gerusalemme a ricordo di quella ad opera di Giuda Maccabeo del 165 a.C. Detta anche "festa della luce", visibilizzata dall'enorme candelabro acceso per continuare nella notte lo splendore del giorno.
Gesù, proclamatosi  "Luce del mondo", offriva ai credenti in lui vita e libertà da ogni schiavitù.  I capi religiosi, terrorizzati di perdere nella gente prestigio e potere, per la loro convenienza fecero deflagrare un conflitto. Gesù li sconfessò "non appartenenti al suo gregge", perché "sue pecore erano coloro che lo conoscono e che egli ama, dando per esse la propria vita".  In ascolto della sua voce esse lo seguono, riconoscendo nella sua parola quella del Padre che comunica vita eterna. Gli provengono dal Padre, e nessuno le potrà strappare dalla sua mano. "Pastore vero" polemizza con i  "falsi"; ladri del gregge di Dio, per i propri interessi. Gesù riuscirà nella missione garantita dal Padre con cui è "Uno" e insieme comunica la vita ai suoi.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Salvador Mundi di Leonardo da Vinci

1 commento:

  1. Buongiorno p.buona domenica.Come sempre nel suo stile è unico.Pace e bene

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