sabato 3 ottobre 2020

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXVII domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 21, 33-43


33
 Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. 34 Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. 35 Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. 36 Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. 37 Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! 38 Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. 39 E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. 40 Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». 41 Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 42 E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;
dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri?
43 Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.

L'anatema da Gesù ai capi dei sacerdoti e degli anziani, esclusi dalla mensa con Abramo, a favore dei pubblicani e delle prostitute che sarebbero subentrati a loro posto, perché convertiti al Vangelo, viene giustificato dalla parabola de "i contadini omicidi". 
Vi è la storia di Israele in tutti i simboli evocati: la vigna (Israele) oggetto delle cure del padrone (Dio), affidata a contadini, fittavoli con l'obbligo, a tempo debito, di corrispondere la parte spettante al padrone. Ma essi se ne impadroniscono e, ladri, si comportano anche da scellerati omicidi: beffano i  servi (i profeti) inviati a più riprese, e lapidano alcuni  uccidendone altri. Al padrone rimane l'estremo tentativo: inviare il figlio. Ma contro il macroscopico e invincibile ottimismo del padrone ("avranno riguardo almeno di lui!") vogliono far fuori anche lui, perché l'erede. Costituiva l'estremo baluardo da eliminare per impossessarsi della vigna.  La denuncia di Gesù si fa severa. I capi religiosi sono pronti a rinnovare con il figlio, l'accanimento contro i profeti, perché mossi da identica avidità di dominio e di possesso. La "pietra angolare", su cui poggia l'architettura della casa di Dio, da loro incautamente scartata, sarà recuperata a fondamento della nuova costruzione: quella del Risorto.

Fra' Domenico Spatola 

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