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venerdì 5 ottobre 2018

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXVII domenica del tempo ordinario (anno B): Marco 10, 17-30

Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». 20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. 

La strada era affollata. Un tale  si fece largo gettandosi alle ginocchi di Gesù. Sveliamolo da subito: era un ricco.  Chiedeva a Gesù garanzie per l'al di là, essendosi, con le ricchezze, assicurato l'al di qua. Apostrofò Gesù: "Maestro buono". Voleva, a simpatia, ingraziarne l'accoglienza.  Gesù declinò su Dio l'attributo "buono", mentre al richiedente sciorinò di Mosè i comandamenti riguardanti le relazioni con il prossimo. Gongolava il ricco per l'efficienza con cui, fin da bambino, li aveva esercitato. Gesù allora fu protagonista di un sentimento penetrante pienezza di vita: "lo amò" e gli disse: "ti manca Uno". É quel che mette in ombra tutto il resto. "Va', vendi quel che hai e dàllo ai poveri, poi vieni e seguimi!". Il ricco era andato da Gesù per avere di più, ma venne da lui invitato a dare di più.
Smise ogni baldanza e se ne tornò triste, posseduto dalla ricchezza. La parenesi di Gesù fu ai suoi: "Ai ricchi è difficile entrare nel Regno", e il  commento accompagnato dall'analogia del "cammello cui è più facile passare per la cruna dell'ago". Sconcerto fu reazione dei discepoli, che speravano che tanti ricchi nella comunità potessero garantirla per il futuro. Costernati, perciò, chiesero come avrebbero potuto sopravvivere?
"Nulla è impossibile a Dio". Fu la risposta lapidaria del Maestro, colta al volo da Pietro per elencare meriti propri e dei compagni. Ciò che Gesù aveva chiesto al ricco, a suo dire, essi l'avevano attuato. "Ricompensàti - fu risposta a consolazione - in cento volte tanto al presente, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà "

Fra' Domenico Spatola
Dipinto di Tommaso Stenico

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