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venerdì 16 agosto 2019

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangello della XX domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 12, 49-53


Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.52D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».


Anche Gesù promette il "suo" fuoco dal cielo. Suo perché non è quello del Battista, incendiario come Elia e "i figli del tuono" Giacomo e Giovanni. Il suo fuoco anticipa  la Pentecoste, che, donando alla Comunità lo Spirito Santo alimento di vita, preannuncia la nuova relazione con Dio, basata non più sulla servitù, ma sull'amicizia e sulla somiglianza con il Padre.
Tutto ciò sarà il frutto della sua morte e verrà consegnato dalla croce. Il desiderio di Gesù è che tale fuoco si accenda, quindi non fuoco che distrugge come quello minacciato dal Battista nell'incendio del giudizio.
Il battesimo, del quale desidera l'immersione, perciò sarà la sua morte per comunicare vita attraverso il dono dello Spirito. Ciò comporterà lacerazioni tra quanti accoglieranno la sua Parola e quanti l'avverseranno, anche all'interno della sua Comunità, questi ultimi attaccati  al vecchio, ricuseranno la novità portata da Gesù.

Fra' Domenico Spatola

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