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venerdì 27 novembre 2020

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della prima Domenica di Avvento (anno B): Marco 13, 33-37

Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

L'invito a "vigilare" è motivo ricorrente nelle quattro Domeniche d'Avvento, in vista del Natale. Il contrario è lasciarsi addormentare dagli idoli del potere e della avidità,  che come droghe ossessionano fino a far perdere lucidità per ciò che conta. Tematico  dunque nel Vangelo il "Vegliate!" in triplice proposta. Gesù aveva invogliato i suoi (Marco 13, 32) alla confidenza nel Padre che conosce il "momento" del suo ritorno per salvarci. "Stare svegli" dunque e non sciupare l'occasione ("kàiros") del Regno. Momentanea sarà la sua assenza, a seguito della consegna di autorità fatta ai "servi", col dono dello Spirito Santo in carismi e ministeri. Tra questi eccelle, per ruolo di responsabilità, quello del "Portiere", chiamato a vigilare per la sicurezza di quelli della casa. Stessa consegna tuttavia è affidata all'intera Comunità, per custodirla e farla crescere fino al suo "ritorno", previsto indecifrabile perché potrà accadere in qualunque ora del giorno o della notte. Ciò non comporta tuttavia una minaccia, né viene dettato a paura. Al contrario sarà con piacevole sorpresa, se il Signore troverà generoso servizio tra fratelli.

Fra' Domenico Spatola
(dipinto di Antonello da Messina)

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