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venerdì 12 marzo 2021

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della IV domenica di Quaresima (anno B): Giovanni 3,14-21

14
 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. 21 Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

Nicodemo, fariseo e capo dei Giudei, si recò da Gesù di notte. Le sue credenziali non deponevano per un dialogo proficuo.  L'incontro era stato propiziato da Nicodemo per il suo convincimento che Gesù fosse il "Maestro" di Israele,  "nessuno potrebbe - a suo dire - fare quei segni, se Dio non fosse con lui". Era stato tra quei Giudei che avevano approvato la condanna dei mercanti del tempio, e visto, per quel gesto, in Gesù  l'atteso "riformatore" della Legge e del culto. Il dialogo ebbe difficoltà a decollare e presto si tramutò in monologo di Gesù, per l'indisponibilità di Nicodemo a "rinascere". L'immagine del "serpente bronzeo innalzato da Mosè nel deserto" fu ultimo tentativo d'aggancio per correlare il modello esclusivo d'Israele, con quello del Figlio dell'uomo elevato sulla croce, per la salvezza del mondo. Incomprensibile per un professionista della meritocrazia come Nicodemo comprendere l'amore incondizionato e unilaterale del Padre che "ama il mondo, da mandare il Figlio"  per donare a chi crede, la vita eterna, con l'esclusione di ogni giudizio e condanna. Idea  inaccettabile per il Fariseo che della osservanza della Legge aveva fatto la discriminante di Israele contro i popoli. "Fare la verità" sarà il nuovo traguardo per compiere il bene ed ereditare la vita.

Fra' Domenico Spatola


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