Il vangelo di Marco si era chiuso con l'annuncio del Risorto, fatto dall'Angelo, alle donne andate al sepolcro (16, 8) a imbalsamare un cadavere. L'assenza in Marco delle apparizioni conseguenti, risultava scandalosa per le Comunità, che provvidero ad approntarne alcune. Fra le pervenute, l'odierna è la più conosciuta. Inizia con l'invio dei discepoli alla Missione, con lo scopo dichiarato di potenziare con l'evangelizzazione la vita degli uomini. "Buona notizia" traduce così il Vangelo e ne esplicita l'amore incondizionato e universale del Padre. È richiesta l'adesione della mente e del cuore, così che colui che crederà sarà battezzato, e adotterà un cambiamento di vita (conversione) per favorire il bene altrui. Messaggio irrecusabile e da Matteo espresso con le "Beatitudini". Rifiutarlo equivale a condannarsi. I "segni" concomitanti sono esplicativi della liberazione che comporta "il nuovo" di Cristo. In tal modo è prospettata l'umanità quale era stata nel progetto del Creatore e ultimamente ripristinata dal Redentore. Qualunque malattia trova soluzione e l'infermo la sua guarigione. Sono "segni" del mondo rinnovato dalla Pasqua di Cristo, resa cosmica con la sua Ascensione alla destra del Padre dove ha spinto la nostra umanità. Sulle raccomandazioni del Risorto la Chiesa è chiamata a riflettere perché l'Ascensione non è "assenza" del Risorto, ma "Presenza" mediante l'effusione dello Spirito Santo nella "missione" e nei "sacramenti". La Parola, suscitando la fede, favorisce i gesti di amore e di perdono fraterno.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Ascensione di Giotto di Bondone
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