Svettavano i cipressi.
Li vidi stessi
a occhieggiare antiche
memorie amiche
dei tanti conosciuti
e dei messaggi avuti,
e che conservo.
Una prece per il protervo
e per l'umile a implorare.
Compresi che a entrare in cimitero
mi si diceva il vero
della vita,
che fuori pare infinita
ma qui soltanto spenta.
Movenza è solo lenta
nei passi di amici
e di parenti
che sentono lo smacco
del distacco.
Anch'io mi aggiro per i viali.
Leggo epitaffi tali
che voglion perpetuare l'esistenza,
ma dura resistenza
offre la morte,
e per aprirne porte
ritengo utile la fede.
Allor beato chi nel Cristo crede!
Egli Risorto
dichiara orto
il cimitero, ove il seme
si fa premessa di novella speme.
Di Domenico Spatola
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