Ha ragione Musumeci. Il 25 aprile non è Pasquetta, dove "licet insanire", e quindi inebriarsi del frutto di Bacco. No! Il 25 aprile ci vuole vigili, svegli per difendere l'eredità dei Partigiani, che a prezzo del loro sangue ci hanno donato la libertà e la democrazia, messe oggi ad alto rischio. Papa Francesco va più onorato, celebrando l'evento che ha liberato l'Umanità dalla dittatura nazifascista, che oggi, dietro l'angolo della Storia, fa capolino. Siamo al centro di tre guerre. Alle due conosciute, dal 20 gennaio scorso si è aggiunta quella dei dazi e della economia messa in crisi dalle paturnie del nuovo Tycoon degli USA.
Ottanta anni da quando gli Alleati entrarono a Milano, dopo l'interminabile guerra partigiana che causò tante morti innocenti.
Con buona pace di chi è contrario perciò, il 25 aprile, è per l'Italia repubblicana e antifascista, data simbolica da esportare al mondo, che ha bisogno di quel sogno, nato dall'incubo nazifascista che torna a manifestare in Europa, rigurgiti inquietanti, e anche in casa nostra. Il partigiano Pertini, quando era presidente dell'Italia, disse che "la peggiore democrazia sarà sempre superiore alla più perfetta dittatura", che egli sperimentò sulla sua carne, e tanti altri come lui. Lo ricordino i giovani chiamati a fare la storia del futuro.
Ottanta anni da quando gli Alleati entrarono a Milano, dopo l'interminabile guerra partigiana che causò tante morti innocenti.
Con buona pace di chi è contrario perciò, il 25 aprile, è per l'Italia repubblicana e antifascista, data simbolica da esportare al mondo, che ha bisogno di quel sogno, nato dall'incubo nazifascista che torna a manifestare in Europa, rigurgiti inquietanti, e anche in casa nostra. Il partigiano Pertini, quando era presidente dell'Italia, disse che "la peggiore democrazia sarà sempre superiore alla più perfetta dittatura", che egli sperimentò sulla sua carne, e tanti altri come lui. Lo ricordino i giovani chiamati a fare la storia del futuro.
Di Domenico Spatola
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