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venerdì 31 ottobre 2025

2 novembre 2025: Commemorazione dei fedeli defunti

I cimiteri si riempiono di visitatori. I fiorai hanno il loro giorno migliore. Nelle chiese, incessante la preghiera per i defunti, i propri e quelli altrui. Giorno severo di riflessione sulla morte. "Semel in anno". Almeno una volta l'anno "sa già dà fa chista crianza", scriveva Totò nella "A livella". Interpretava la morte come "vendetta sindacale",  per "u' barone e u' scupatore". Stessa sorte, dunque le loro tombe potevano stare vicine. "Nui simmu seri, appartenimmu a morte". "Le caste", vanno lasciate ai vivi. Era la filosofia del genio napoletano. Ma non può restare, della morte, la sola interpretazione. Gesù della sua prossima fine in croce, la  interpreta, come  "seme che, caduto in terra, se muore, porta molto frutto". Aveva già detto a Marta, a proposito della morte del fratello Lazzaro, "chi crede in me, anche se muore continua a vivere". Come a dire: "la morte non esiste". 
L'esistenza come film a due tempi. Il primo si conclude con la morte del protagonista, e la conseguente reazione degli spettatori di alzarsi e andare via, perché "tutto è finito!". Ma il regista fa tornare tutti indietro, per  godersi il secondo tempo: "la vita che continua nella gloria". Giobbe aveva scritto: "senza la mia pelle  vedrò Dio". Aveva fiducia nel "redentore" che lo avrebbe riscattato dalla morte. Gesù all'apostolo Tommaso, incredulo nella vita eterna, si dichiarò "Via, Verità e Vita". Nel battesimo, siamo stati rivestiti della stessa veste della Risurrezione. L'apostolo Paolo a chi domandava dell'aldilà, rispondeva: "saremo con il Signore". Quante volte lo  abbiamo sperato! Allora, con Francesco d'Assisi, potremo anche oggi dire: "Ben venga sorella Morte!".

Di Domenico Spatola

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