Volli emigrare, lontano, tra stelle, e guardare da quelle la terra vitale: la vidi sbocciare, qual rosa a dolore... e compresi l'amore. - Fra Domenico Spatola.
Pagine del blog
venerdì 11 luglio 2025
Fra' Domenico Spatola: Pagò per lui
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della quindicesima domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 10, 25-37
venerdì 4 luglio 2025
Fra' Domenico Spatola: I figli che Dio amava
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XIV domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 10, 1-12.17-20
Luca 10:1-12
1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2 Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 3 Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5 In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8 Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9 curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. 10 Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 11 Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. 12 Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
Luca 10:17-20
17 I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18 Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
venerdì 27 giugno 2025
Fra' Domenico Spatola: Santi Pietro e Paolo
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Solennità dei Santi Pietro e Paolo: Matteo 16, 13-19
venerdì 20 giugno 2025
Fra' Domenico Spatola: Pane per amore
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Solennità del "Corpo e Sangue di Cristo": Luca 9, 11-17
Le folle seguivano Gesù. Annunciava il Regno di Dio, parlando di condivisione e di servizio. A sera la gente non dava segni di stanchezza. Mentre i Dodici sì. Cercavano di far congedare la folla da Gesù. "Vada nei villaggi a trovare alloggio e cibo". Il Maestro non fu d'accordo. "Fatevi voi - disse - pane da mangiare!". A esimersi, risposero che "avevano cinque pani e due pesci", e non senza risentimento aggiunsero: "a meno che non andiamo noi a comprare i viveri per tutto questo popolo!". E la "condivisione" di cui aveva parlato Gesù? Per essi esisteva il verbo "comprare". Erano abituati con la Legge, che tutto andava meritato. I partecipanti erano cinquemila. Il numero volutamente richiamava quello dei componenti della primitiva Comunità cristiana. Gesù li volle seduti. Da signori. Si raggrupparono
in cinquantine, numero allusivo allo Spirito Santo. Il racconto successivo fu la narrazione eucaristica. "Prese i pani, alzò gli occhi al cielo e recitò la benedizione poi li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla".
Nessun cenno alla purificazione previa. Mangiarono a sazietà e raccolsero pani in dodici ceste, quante le tribù di Israele.
giovedì 12 giugno 2025
Fra' Domenico Spatola: Alla Trinità... il mio poema
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica della SS. Trinità (anno C): Giovanni 16, 12-15
venerdì 6 giugno 2025
Fra' Domenico Spatola: Ardore di fuoco
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica di Pentecoste (anno C): Giovanni 14, 15-16.23b-26
Giovanni 14:15-16
Unico era il comando, lasciato a testamento: "Amatevi come io ho amato voi". Era la condizione dettata da Gesù per appartenergli. Il Padre ama colui che osserverà quel mandato e, a ricompensa, il Padre e il Figlio verranno in lui e dimoreranno. Lo Spirito Santo, che è l'Amore del Padre e del Figlio, ne si fa garante. Agirà da "Paraclito", ossia quale avvocato difensore e consolatore. Continuerà l'opera di Gesù e, "materno", nessuno lascerà orfano. Farà il Maestro e ricorderà quanto Gesù aveva insegnato. Aprirà le menti al futuro dell'Umanità e della Chiesa.
Fra' Domenico Spatola
sabato 31 maggio 2025
Fra' Domenico Spatola: Rivestire divinità
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Ascensione di Gesù in cielo: Luca 24, 46-53
venerdì 23 maggio 2025
Fra' Domenico Spatola: Ascolterò la tua Parola...
che al cuore
parla d'amore.
Lo stesso che eterno
assicura il Dio paterno,
che chiede di venire
in colui che, all'udire
la sua voce, apre del cuor la porta
e offre a lui non corta
accoglienza.
Non si può star senza
il suo Spirito che Santo
dà a chi ama tanto,
e insegna ciò che hai detto
e mette pace in petto.
Nessun turbamento né timore
dunque siano in nostro cuore
ma sol felicità
perché col Padre sarà piena l'unità.
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Sesta domenica di Pasqua (anno C): Giovanni 14, 23-29
giovedì 15 maggio 2025
Fra' Domenico Spatola: "Amatevi come io vi ho amato".
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Quinta domenica di Pasqua: Giovanni 13, 31-35
venerdì 9 maggio 2025
Fra' Domenico Spatola: Alla mamma
Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Quarta domenica di Pasqua (anno C): Giovanni 10, 27-30
venerdì 2 maggio 2025
Fra' Domenico Spatola: Pesca abbondante
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della III domenica di Pasqua: Giovanni 21, 1-19
sabato 26 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: "Signore mio e mio Dio!"
"Pace" fu il tuo saluto,
lo stesso tributo
che ancora Umanità attende,
perché chi deve non comprende.
Lo Spirito soffiasti su di loro,
comunicando il tuo tesoro
di perdono al peccatore
di cui fosti il Redentore.
Non fu un caso,
quella sera mancava solo Tommaso.
Ma, quando tornasti all'ottavo giorno,
Gesù, lo volesti a te intorno
a mettere sue mani in tue piaghe.
Sue parole non furon vaghe
ma di fede,
perché tra tutti fu colui che crede
che tu sei Dio
per lui e anche mio.
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Seconda Domenica di Pasqua (anno C): Giovanni 20, 19-31
giovedì 24 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: Un 25 aprile... richiesto "sobrio"
Ottanta anni da quando gli Alleati entrarono a Milano, dopo l'interminabile guerra partigiana che causò tante morti innocenti.
Con buona pace di chi è contrario perciò, il 25 aprile, è per l'Italia repubblicana e antifascista, data simbolica da esportare al mondo, che ha bisogno di quel sogno, nato dall'incubo nazifascista che torna a manifestare in Europa, rigurgiti inquietanti, e anche in casa nostra. Il partigiano Pertini, quando era presidente dell'Italia, disse che "la peggiore democrazia sarà sempre superiore alla più perfetta dittatura", che egli sperimentò sulla sua carne, e tanti altri come lui. Lo ricordino i giovani chiamati a fare la storia del futuro.
martedì 22 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: È morto il grande Papa
sabato 19 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: Madre nel dolore
Dolore in cuore mio rimbomba,
perché ucciso hanno il Santo
e sconvolto tanto
l'universo.
Il mondo è perso
ma ancora ti appartiene:
vinca il bene
sulle terre
ove per le guerre
è di bimbi pianto di fame e povertà.
Madre che d'umiltà
facesti Il manto,
guarda come affranto
è l'uomo sulla Terra
perché la morte sferra
ancora suoi guai.
Non nasca mai
odio in mio cuore,
o Madre nel dolore.
Di Domenico Spatola
Fra' Domenico Spatola: Il sepolcro nuovo
perché veramente immortale. In tutta fretta, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, con un carico di quaranta libbre di unguento in mistura di aloe, accorsero a suggellare la morte. Sulla tomba fecero rotolare la pietra fatale. "Chi la srotolerà?", si chiedevano al mattino seguente, le donne accorse in tempo scaduto. Si sorprenderanno però di trovare il sepolcro aperto e la pietra scagliata lontana. Capovolta a piedistallo perché alla sommità vedranno l'angelo annunciante: "Cristo è Risorto!".
venerdì 18 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: È risorto...
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Veglia di Pasqua (anno C): Luca 24, 1-12
Nessun evangelista poté raccontare i tempi e i modi della Risurrezione del Signore. Dànno solo indizi per incontrarlo. I discepoli, osservanti della Legge del sabato, avevano in fretta sepolto il corpo di Gesù, senza imbalsamarlo, per non contaminarsi e celebrare la Pasqua ebraica. Fatta rotolare in fretta la pietra all'imboccatura del sepolcro, rientrarono nelle proprie dimore. Ma al mattino, del primo giorno della settimana, quando era ancora buio, le donne, con unguenti, andarono al sepolcro per la imbalsamazione di Gesù. Le preoccupava tuttavia la pietra tombale che ostruiva l'ingresso. Chi l'avrebbe tolta? Si sorpresero al vederla rimossa. Entrarono timorose, ma si allarmarono quando non trovarono il cadavere. A toglierle dalla angoscia intervennero due uomini, in abito sfolgorante: "Non cercate tra i morti, Colui che è vivo!", dissero e aggiunsero: "È risorto!". Era il primo kerigma, cui fecero seguire la catechesi: "l'aveva detto il Signore che il Figlio dell'uomo sarebbe stato consegnato ai peccatori per essere Crocifisso e risorgere il terzo giorno". I due testimoni Mosè ed Elia, rappresentavano concordi la Legge e i Profeti. Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo con le altre donne andarono ad annunciare agli apostoli, ma senza essere credute, perché donne. Pietro andò al sepolcro, a verificare e constatare che il lenzuolo non si era mosso per l'assenza del cadavere. Tornò a riferire stupito.
Fra' Domenico Spatola
(Nella foto: Dipinto di Annibale Carracci)
Fra' Domenico Spatola: La passione del Redentore
Di Domenico Spatola
Fra' Domenico Spatola: Gesù, quel bacio...
venerdì 11 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: Scelse l'asinello
da Zaccaria profetato.
Il cavallo fu scartato,
perché segno del davidico potere.
Gesù non era venuto per avere,
ma per consegnare vita.
Ora egli invita
i suoi seguaci
a condividere audaci
quella scelta,
fin sulla vetta
del Calvario.
In modo vario
accondiscesero.
Alcuni stesero
i mantelli davanti al re,
altri invece, senza se,
gli offrirono amore,
e a lui diedero il cuore.