Faticava Pietro "il pescatore",
quando il Salvatore
passando per il lago
dal nome vago
di "Mare di Galilea",
chiese a lui: se avea
voglia di cambiare
e dare sua vita
e rinunciare all'inutile fatica
di dare morte.
Accolse Pietro l'invito
per nuova sorte:
lasciare vivi i pesci
e, in cuor contrito,
prese nuova strada
ignota in tutta la contrada,
ormai esposta
a nuovo annuncio.
Era la risposta
all'antica attesa
di proprio sogno
e a bisogno
Pietro e compagni
poterono annunciare senza paura,
prendendosi solo cura
di annunciare che il Cristo morto
ormai era Risorto.
Su altra strada, quella di Damasco,
Paolo, contro i Cristiani,
con suoi progetti vani,
guidava spedizione
allo scopo di attuare carcerazione.
Fu atterrato da sua cavalcatura
e per l'età futura
Cristo lo rese "vaso d'elezione"
indicandogli i luoghi di missione.
Così iniziò il suo cambiamento
Colui che dei Cristiani
era il tormento,
cambiati i panni del persecutore
aveva indossati quelli del predicatore.
Girò il mondo allora conosciuto,
portando a ciascuno inaspettato dono,
ossia di Dio la grazia e il suo perdono,
senza differenza alcuna di etnia,
di religione o di cos'altro sia.
"Il Padre che è di tutti
- egli diceva - vuol salvezza
e ognuno sperimenti sua carezza,
e contento nessuno abbia intento
se non quello di aver trovato il Padre e il Figlio.
Non volle alcun consiglio
da chi a suo messaggio era contro,
perché Cristo in persona
gli era venuto incontro
inviandolo da apostolo potente
a portare suo Vangelo ad ogni gente.
I due apostoli gloriosi,
ricordati in stessa festa,
ci dicono ansiosi
di iniziare dalla testa
per raccontare con i loro "Atti"
del Cristo non sol parole ma anche i fatti.
Fra Domenico Spatola
Nella foto: Gesù fra i santi Pietro e Paolo di Lorenzetti
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