venerdì 25 luglio 2025

Fra' Domenico Spatola: Quando pregate, dite "Abbà" ...



Volesti assecondare
la voglia di pregare 
Gesù, ai tuoi seguaci. 
Li facesti audaci
del dono
di preghiera col  perdono. 
Il Padre invocavi, 
e a loro insegnavi
che non è solo paterno, 
ma ancor materno
è il suo amore per i figli,
cui generosi dà consigli:
"Amare anche i nemici, 
da renderli amici". 

Di Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica XVII del tempo ordinario (anno C): Luca 11, 1-13

1 Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2 Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4 e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione».
5 Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6 perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7 e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8 vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
9 Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10 Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11 Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12 O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13 Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

Il "Padre nostro", in  versione lucana, è diverso da quello di Matteo e della Didaké.  Originale, perché in forma più breve. Accomuna tuttavia le tre redazioni, l'invocazione a Dio come "Padre", in nuovo rapporto di intimità e confidenza, prima sconosciute. "Abbà" corrisponde infatti al nostro "papà". Il mondo lo riconosca e lo santifichi così e accolga il suo Regno d'amore e di servizio tra fratelli, in alternativa a quello del potere e del possesso. È richiesto al Padre di anticipare il Pane "sovrasostanziale". Speciale dunque, perché è l'Eucaristia che, nel quotidiano, dà la vita del futuro. Il perdòno e la remissione dei debiti sono accordati, quando si perdonano e si condonano i fratelli. È lo Spirito Santo da chiedere per condividere, con il Padre e con il Figlio, la stessa vita divina.

Fra' Domenico Spatola 

giovedì 17 luglio 2025

Fra' Domenico Spatola: Maria ha scelto...




Marta oberata non sceglieva. 
L'ansia la prendeva
in molte cose
futili e noiose.
Maria invece, ai piedi del Signore, 
ne raccoglieva ardore.
Marta, disturbata, con lamento
manifestò a Gesù il suo scontento:
"Perché mi lascia sola a preparare, 
mentre ai tuoi piedi perde tempo ad ascoltare?"
"Marta, Marta", fu di Gesù il tormento, 
stavolta era Cristo più scontento:
"di troppe cose riempi il cuore, 
e lasci fuori ciò che chiede amore, 
Maria ha scelto la miglior parte
perché l'ascolto di mia Parola è vera arte!

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Sedicesima domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 10, 38-42

 

38 Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39 Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40 Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41 Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42 ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

Entrò nel villaggio. Da lottatore. Doveva smantellare pregiudizi atavici che ostacolavano il suo messaggio. Il villaggio era infatti il luogo dove la tradizione attecchisce e, con fatica, si può sradicare. A rappresentare la ideologia che tutto va meritato secondo la Legge, era Marta, "distolta dai molti servizi", mentre "il nuovo" era rappresentato da Maria, "la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua Parola". Per Marta era impensabile che una donna divenisse discepola, perché il suo ruolo era scritto dalla tradizione. Per Marta dunque la sorella, per la scelta fatta, era una "perditempo". La spronasse dunque il Signore a tornare al suo ruolo in cucina, "da serva". S'impettò con lui, cui - a suo dire - "non importava nulla che la sorella l'avesse lasciata sola a servire!". Chiedeva collaborazione in ciò che Gesù non condivideva. Gesù non era venuto per ricevere da lei il cibo, ma per darle la sua Parola, e "Maria aveva scelto la parte migliore, che non le sarà tolta!".

Fra' Domenico Spatola


venerdì 11 luglio 2025

Fra' Domenico Spatola: Pagò per lui



"Amare solo Dio,
non è il programma mio!". 
Dicesti ai seguaci
e, da discepoli veraci, 
a modello, 
ponesti quello
che, pur di Samaria nomato, 
al malcapitato
diede aiuto, 
mentre il rifiuto
aveano a lui dato
il levita e il prelato.
Egli lo caricò a tergo
e lo portò in albergo. 
Quando all'interlocutore, 
che di Scritture era dottore, 
chiedesti chi fu prossimo a costui? 
Egli rispose: "Chi pagò per lui"

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della quindicesima domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 10, 25-37

25 Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». 26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». 27 Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». 28 E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». 30 Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».

La Legge di Mosè con le sue prescrizioni impediva al sacerdote e al levita, che passavano accanto all'uomo ferito a morte, di prendersi cura di lui. Toccarne le ferite equivaleva a rendersi "impuri" per il culto, al quale essi non volevano rinunciare. Un samaritano, senza vincoli di Legge, si lasciò commuovere e si prese cura del malcapitato.
All'interlocutore Gesù provò a fare capire che mentre i religiosi agivano per far piacere a Dio, nell'obbedienza della Legge, il Samaritano agìva come Dio, compassionevole. Era la nuova dottrina che Gesù voleva inculcare al maestro della Legge che gli chiedeva chi dovesse ritenere suo prossimo. Lo invitava piuttosto a farsi egli stesso "prossimo".

Fra' Domenico Spatola 

venerdì 4 luglio 2025

Fra' Domenico Spatola: I figli che Dio amava




Mandavi aiuto
a chi dava rifiuto.
Altri settantadue
a due a due
inviasti
per territori vasti
perché da tuoi seguaci
dicessero veraci
tua parola. 
Quella che da te a scuola
aveano imparato
e ora comunicato
avrebbero di tua pace.
Sagace
fu il messaggio. 
annunziato con coraggio.
Così che tu vedesti
cadere lesti
dal cielo chi  accusava
i figli che Dio amava.

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XIV domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 10, 1-12.17-20

Luca 10:1-12

1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2 Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 3 Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5 In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8 Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9 curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. 10 Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 11 Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. 12 Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

Luca 10:17-20

17 I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18 Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». 

Dell'altra comunità di Settantadue discepoli, quanti i popoli della Terra, esclusiva narrativa fu di Luca, polemico con i Dodici che si erano rivelati fallimentari con i Samaritani, da loro visti come nemici di Israele. L'orientamento della Comunità lucana era  dunque universalistico. Li inviò "a due a due", per sostenersi reciprocamente e in ogni città della Samaria dove stava per recarsi. Lamentando la paucità di operai a fronte della abbondante messe, invitò i suoi a pregare il Padre perché provvedesse. Inviandoli inoltre li sapeva "agnelli tra i lupi" e raccomandava loro leggerezza da borse e da preoccupazioni, per fidarsi solo del Padre, che non avrebbe fatto loro mancare il necessario. Senza pregiudizi di religione o di casta potevano entrare in ogni casa dove venivano accolti, portando pace e annunciando vicino il Regno di Dio. E da chi non voleva saperne? Invitava i discepoli ad andare via. Nel giudizio finale, meno severo sarebbe stato il trattamento per Sodoma. 
Tornati i Settantadue, felici perché soddisfatti che anche i demòni si erano sottomessi a loro. Ma le congratulazioni di Gesù furono su tutt'altra corda: dovevano gioire perché il satana aveva smesso la sua funzione di "pubblico ministero". Dio infatti non era da guardare come "giudice", ma come "padre" che aveva scritto i loro nomi nel suo cuore.

Fra' Domenico Spatola 

venerdì 27 giugno 2025

Fra' Domenico Spatola: Santi Pietro e Paolo



Testimoni di fede, 
la stessa in cui crede
la tua Chiesa,         
oggi, Gesù, difesa
dai tuoi grandi testimoni. 
Pietro tra i campioni
fu prescelto
e Paolo, in concerto
con lo Spirito, e col tuo avallo, 
fu atterrato da cavallo. 
Paolo tra le Genti
fè portenti, 
mentre Pietro con tue chiavi
tra i suoi avi
fece storia. 
Oggi di vittoria
ad ambedue campioni, 
perché di fede testimoni, 
in unica memoria, 
la Chiesa rende gloria.

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Solennità dei Santi Pietro e Paolo: Matteo 16, 13-19

13
 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Reduci dalla loro prima missione apostolica, Gesù condusse i discepoli fino al confine con il Libano, a Cesarea di Filippo, alle falde dell'Hermon, da dove nasce il Giordano. La regione era nominata "Panèa" dai Romani, perché dedicata a Pan, il dio dei boschi. Lì non arrivava l'influenza religiosa dei farisei. Gesù volle quindi fare una verifica ai suoi discepoli su quello che la gente, da essi evangelizzata, diceva di lui. Da alcuni era ritenuto l'Elia risuscitato, da altri Geremia o un antico profeta. Le risposte erano strampalate e perciò deludenti. Volle da loro sapere cosa essi pensassero di lui. Simon Pietro fu il più pronto: "Tu sei il Cristo - gli disse -, il Figlio del Dio vivente!".  Piacque al Signore la risposta perché lo collegava col "Dio datore della vita". 
"Beato!", gli disse. "Non è stata la carne né il sangue a suggerirtelo, ma il Padre che è nei Cieli". Lo promosse a suo maggiordomo, affidandogli le somme chiavi. Ne motivò la scelta: "Tu sei la pietra, con cui io costruirò la mia Chiesa", aggiungendo che nulla avrebbe potuto prevalere contro di essa, nemmeno "le porte degli inferi". Con la consegna delle chiavi, a Pietro Cristo affidava il potere di "aprire e chiudere le porte del Regno dei Cieli", per largheggiare nel perdono e comunicare a tutti la salvezza.

Fra' Domenico Spatola 

venerdì 20 giugno 2025

Fra' Domenico Spatola: Pane per amore



Quella volta, 
fu la svolta
di mia vita. 
Senza fatica
pane mi donavi. 
Nuovo, perché ignaro agli avi. 
Era per me
che ti volevo re.
Ma tu non accettasti mio
omaggio, 
chiedevi sol coraggio
ad aver fede
che quel Pane era per chi crede
che tu, Signore, 
ti fai Pane per amore.

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Solennità del "Corpo e Sangue di Cristo": Luca 9, 11-17

11
 Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. 12 Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta». 13 Gesù disse loro: «Dategli voi stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14 C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta». 15 Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. 16 Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17 Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

I quattro Vangeli hanno,  come chiave di lettura, l'Eucaristia. Oggi di Luca il racconto della "moltiplicazione dei Pani". 
Le folle seguivano Gesù. Annunciava il Regno di Dio, parlando di condivisione e di servizio. A sera la gente non dava segni di stanchezza. Mentre i Dodici sì. Cercavano di far congedare la folla da Gesù. "Vada nei villaggi a trovare alloggio e cibo". Il Maestro non fu d'accordo. "Fatevi voi - disse  - pane da mangiare!". A esimersi, risposero che "avevano cinque pani e due pesci", e non senza risentimento aggiunsero: "a meno che non andiamo noi a comprare i viveri per tutto questo popolo!". E la "condivisione" di cui aveva parlato Gesù? Per essi esisteva il verbo "comprare". Erano abituati con la Legge, che tutto andava meritato. I partecipanti  erano cinquemila. Il numero volutamente richiamava quello dei componenti della primitiva Comunità cristiana. Gesù li volle seduti. Da signori. Si raggrupparono
in cinquantine, numero allusivo allo Spirito Santo. Il racconto successivo  fu la narrazione eucaristica. "Prese i pani, alzò gli occhi al cielo e recitò la benedizione poi li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla". 
Nessun cenno alla purificazione previa. Mangiarono a sazietà e raccolsero pani in dodici ceste, quante le tribù di Israele.

Fra' Domenico Spatola 

giovedì 12 giugno 2025

Fra' Domenico Spatola: Alla Trinità... il mio poema



O Trinità soave,
a te l'Ave, 
mio tributo
a saluto
del cuore
che canta amore. M'immergo nel tuo mare
di luce, per sognare. 
Del creato sei la fonte
e tue impronte
in ogni cosa, 
come petali di rosa
a te legati
e di sacro crisma profumati. 
Tua Unità solare
triplice e speculare
all'Umanità 
perché Divinità 
possieda
e in ogni cuor risieda 
il Padre, che nel mondo, mandò il Figlio, 
da Divin Consiglio
motivato
e del
poema, che or canto, 
farò vanto.

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica della SS. Trinità (anno C): Giovanni 16, 12-15

12
 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; 13 quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. 14 Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. 15 Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.

Chi comprende Gesù? Chiunque, come lui, è disposto a dare la vita per gli altri. E i discepoli? Durante l'ultima Cena ancora non lo erano. Non sapevano infatti quale morte avrebbe fatto Gesù e soprattutto non avevano lo Spirito Santo, che Gesù avrebbe consegnato dalla croce e da Risorto. Da protagonista, lo Spirito Santo, il dono di amore, li avrebbe resi capaci di amare, con dinamica di riceverlo e di donarlo. Coloro che attualizzano il messaggio di Gesù, permettono a lui e al Padre di trasferirsi in loro mediante lo Spirito. Egli li avrebbe guidato da maestro verso la verità, inserendoli nello stesso dinamismo d'amore. Tutto equivale ad ssere nella verità, a servizio del bene dell'uomo. 
Lo Spirito infatti non comunicherà una nuova dottrina, ma darà attuazione al messaggio di Gesù, comunicando una energia d'amore.

Fra' Domenico Spatola 

venerdì 6 giugno 2025

Fra' Domenico Spatola: Ardore di fuoco




Spirito Santo, 
dono e vanto
del Figlio
e divin Consiglio 
ai dubbiosi, 
nei marosi. 
Tue certezze.
son sicurezze 
cui aspiro, 
di Te ammiro
forza e non poco
l'ardor di fuoco.
Speranza infiamma
e, qual mamma, 
accogli e orienti
cuori e menti.
Chiesa ravviva
e conducila a riva
di mari aperti, 
con pescatori esperti
di libertà proposta
e che fatica costa.
Moltitudini immense, 
oltre le nubi dense, 
voglion pace. 
Sia dono tuo audace
che libera da guerra 
e porti amore sulla terra.

Fra Domenico Spatola