venerdì 28 febbraio 2025

Fra' Domenico Spatola: Dai frutti...



Come padre ai figli, 
Gesù, dai consigli. 
Cieco non guidi altro cieco, 
perché bieco
sarebbe il cammino. 
Ovvio destino, 
non maldestro, 
che il discepolo 
uguagli il suo Maestro. 
Se vedi la pagliuzza
nell'occhio altrui, 
è perché una trave fa i tuoi occhi bui. 
Togli perciò la trave
quanto una nave,
e allora vedrai, 
e, dai guai, 
solleverai il fratello. 
L'albero buono fa il frutto bello,
perché l'uomo si comprende dai suoi frutti. 
Dal cattivo si raccolgon solo lutti,
e la bocca parla d'amore, 
se ne abbonda il cuore.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto (Ottmar Ellinger 1735)

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Ottava domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 6, 39-45

 
39 Poi disse loro anche una parabola: «Può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?
40 Un discepolo non è più grande del maestro; ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro.
41 Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? 42 Come puoi dire a tuo fratello: "Fratello, lascia che io tolga la pagliuzza che hai nell'occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dall'occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello.
43 Non c'è infatti albero buono che faccia frutto cattivo, né vi è albero cattivo che faccia frutto buono; 44 perché ogni albero si riconosce dal proprio frutto; infatti non si colgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva dai rovi. 45 L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene, e l'uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore tira fuori il male; perché dall'abbondanza del cuore parla la sua bocca.

"Guide di ciechi" si proponevano i farisei. Ma di quella cecità, Gesù li denunciava "portatori". Da ciò la diffida al "cieco di guidare un altro cieco". L'esito sarebbe fatale: "cadranno ambedue in un fosso". Evidenziata perciò è, al riguardo, la figura del maestro: essere, per il discepolo, il modello da uguagliare. Ad allontanare i suoi dalla ipocrita ma suggestiva puntigliosità dei farisei, Gesù propose la parabola della "pagliuzza, da essi cercata nell'occhio del fratello, senza l'autocritica di rilevare e togliere la trave dal proprio occhio". Dai frutti buoni, come dalle opere avrebbero riconosciuto l'albero buono. La validità della persona sta infatti nel cuore buono, dal quale, come da uno scrigno si estrae il vero tesoro.

Fra' Domenico Spatola

Nella foto (Domenico Fetti, 1619)

sabato 22 febbraio 2025

Fra' Domenico Spatola: Siate misericordiosi...

 


"Nemici da amare, 
son fratelli per cui pregare". 
È tuo messaggio
che, con coraggio, 
Gesù, a noi offri
e, anche se ingiustizia soffri
da chi uno schiaffo sgancia, 
porgi l'altra guancia. 
Esser misericordiosi
renderà gioiosi
perché la ricompensa
sarà altrettanto intensa.

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della settima domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 6, 27-38

27
 Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29 A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30 Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32 Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33 E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34 E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35 Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
36 Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37 Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38 date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

"Siate misericordiosi come il Padre vostro che è nei cieli", è il corrispettivo del Vangelo di Matteo: "Siate perfetti come il Padre celeste". Il termine "misericordia" traduce l'aramaico "rahamin", che richiama le "viscere materne".  Il Padre è dunque anche "Madre". Il suo amore è per i figli cui, anche se peccatori, dona luce e pioggia, al di là dei meriti. Dio chiede ai figli di amare anche i nemici, e il suo messaggio raggiunge il culmine nella preghiera per loro. Nessun limite all'amore, che si fa perdono anche verso chi usa violenza. "Porgere l'altra guancia, a chi dà uno schiaffo", è consiglio gandhiano per interrompere la catena della violenza. Messaggio correttivo nei confronti di quello antico che si esplicita nel "Non fare agli altri quel che non vuoi che sia fatto a te". Con Gesù il comando si fa positivo: "Fai agli altri quel che vuoi che sia fatto a te". Creativo dunque, e proposto in misure incommensurabili, perché si verrà giudicati con la misura con cui si giudicherà il fratello. E la misura di Dio è illimitata.

Fra' Domenico Spatola 

venerdì 14 febbraio 2025

Fra' Domenico Spatola: Beati i poveri...



Alla folla, in pianura, 
presente e futura, 
offristi il messaggio
con grande coraggio. 
"Poveri e affamati
sono beati" 
e a chi nel pianto 
è nuovo il tuo canto:
consolati e saziati,
per questo beati! 
Del divin Regno, 
nel dolore, avràn pegno, 
e più intensa, 
la ricompensa. 
Ma guai e lamenti 
sui possidenti, 
che, solo in ricchezza, 
fan sicurezza. 


Di Domenico Spatola

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Sesta domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 6,17.20-26

17
 Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18 che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. 19 Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.
20 Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
«Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21 Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
24 Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25 Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26 Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

Gesù aveva, sul monte, scelto i Dodici, che rinunciato a tutto, lo avevano seguito. A loro, e non alla moltitudine che da ogni  parte si era radunata in pianura, dichiarò che erano "beati", avendo scelto di farsi poveri per il Regno. Dio li avrebbe garantito anche in futuro. Infatti, se affamati li avrebbe saziati, e trasformato in gioia il loro pianto.  Il dettato di Luca si distingueva da quello di Matteo per i destinatari. Per il primo Evangelista le Beatitudini erano proposte per entrare nel Regno. Per Luca erano di consolazione per quanti già ne avevano fatto la scelta e vi erano entrati. Convergente però sarà la risposta del mondo. Li avrebbe perseguitati, come in passato, aveva fatto con i profeti. Severo perciò il lamento sui ricchi. Il "guai" è pianto funebre e senza speranza, come sui morti.

Fra' Domenico Spatola 

venerdì 7 febbraio 2025

Fra' Domenico Spatola: La grande pesca



La barca alla fonda, 
fu la sponda
da cui facevi scuola, 
Gesù, di tua Parola. 
Poi Pietro a pescare
invitasti in alto mare. 
Ed ei, fuori uso, 
si disse già deluso, 
ma perché l'avevi detto, 
si sentì da te costretto
e, quando gettò la rete, 
finite furon sue diete
per la quantità di pesca. 
Fu tua nuova esca
con cui a sequela
egli riorientò sua vela.

Fra' Domenico Spatola 


Nella foto: La pesca miracolosa di Duccio di Buoninsegna 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Quinta domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 5, 1-11

 
1 Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 2 e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». 5 Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6 E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. 8 Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». 9 Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». 11 Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

L'ansia della folla per ascoltarlo, suggerì a Gesù di salire sulla barca per impartire la sua lezione. La gente era sulla spiaggia e i pescatori, poco distanti, a riassettare le reti, dopo la notte grama. La barca era di Simone e a lui, finito di evangelizzare la folla, chiese di prendere il largo e gettare le reti per la pesca. Raccontò la vana fatica notturna, ebbe tuttavia fiducia e disse: "sulla tua parola getterò la rete". Sorpresero le reti che quasi si  rompevano per la gran quantità di pesci. Invocarono l'intervento dell'altra barca, che figurava la Comunità degli ellenisti, e le due, stracolme, rischiarono di affondare. Simon Pietro riconobbe il Signore e, in ginocchio, lo supplicò di allontanarsi. Aveva riconosciuto Dio e temette di morire, perché peccatore. Stessa paura aveva contagiato anche i compagni, figli di Zebedeo. Ma Gesù volle che di Dio sperimentassero altro volto, non del Giudice severo, ma del Padre, svelato in lui, che ama e perdona. L'invito, loro rivolto, a collaborarlo fu conseguente e bene accolto, infatti "lasciarono tutto e lo seguirono".

Fra' Domenico Spatola 
Nella foto: La pesca miracolosa di Raffaello