venerdì 8 novembre 2024

Fra' Domenico Spatola: Ha dato tutto



Scribi vanitosi, 
in vistosi, 
vestimenti 
e vaporosi di commenti. 
Chiedevi, Gesù, d'evitare
e provavi a educare
i tuoi seguaci all'umiltà, 
vera nuova dignità 
che offrivi
a quanti n'eran privi. 
La vedova avea dato, 
e tu, Gesù ammirato
dicevi generoso
perché oneroso
era il dono più totale
dell'offerta sua vitale. 

Di Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXXII domenica del tempo ordinario (anno B): Marco 12, 38-44

38
 Diceva loro mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40 Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».
41 E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. 42 Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. 43 Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Nel tempio, sotto il Portico di Salomone, Gesù insegnava i discepoli a diffidare dagli scribi.  Interpreti della Legge, erano talmente autorevoli che, le loro sentenze soppiantavano, in caso di conflitto, anche la Parola scritta. Gesù ne ridicolizzò le smanie narcisistiche per il vestito ampolloso e le riverenze, pretese con profondi inchini. Li raccontò seduti sugli scranni di pietra, in postazione alta per obbligare gli "inferiori" a sedere ai loro piedi. Ne denunciò l'intemperanza nella corsa per accaparrarsi i primi posti, ed essere meglio serviti nei banchetti. Denunciò l'ipocrisia della loro preghiera ostentata ma senz'anima. Per derubare le vedove, che costituivano l'anello più debole della società, si atteggiavano a tutori spirituali.
L' insegnamento continuò dinanzi al Tesoro, già da lui denunciato come "il vero dio" mentre il tempio reso da loro "spelonca di ladri".  Osservava attentamente quanto denaro mettevano, nelle "trombe", i ricchi. Dall'interno il levita  gridava l'importo. Immediato sortiva l'effetto: scattava l'applauso. Ma solo per i ricchi, che avevano modo di pavoneggiarsi. Gesù li svalutava. Il loro "molto" erano briciole al confronto della offerta di una vedova che vi pose un soldo. Erano le ultime due monetine che possedeva, perciò aveva dato più di tutti a quel tempio che  avrebbe dovuto, per Legge (cfr Dt 14, 28)  sostenerla, e non  pretendere da chi non aveva nulla per vivere.

Fra' Domenico Spatola

sabato 2 novembre 2024

Fra' Domenico Spatola: Amar, come Gesù amò...



O Gesù, parla a me,
sempre in cerca di "perché?".
Cosa vuoi che io faccia, 
perché ci metta anche la faccia?
Lo dicesti a quel dottore:
"amar con tutto il cuore
il solo Dio, e del fratello
amar sol quello
che gli è vicino". 
Questo piacque al rabbino, 
che non comprese 
che la tua legge
quella di Mosè corregge
perché tuo invito è all'amore, 
il sol che scaturisce dal tuo cuore.

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXXI domenica del tempo ordinario (anno B): Marco 12, 28-34

28
 Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29 Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; 30 amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza31 E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». 32 Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; 33 amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34 Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Gesù aveva denunciato la casta sacerdotale al potere di avere trasformato il tempio in "spelonca di ladri", e gli stessi capi" di essere "assassini" perché lo avrebbero ucciso per proprie convenienze. Si sentirono "offesi" e si vendicarono, tendendogli insidie per screditarlo agli occhi della gente, 
con attacchi verbali. Gesù ne uscì più rafforzato. In sequenza si erano avvicendati farisei e sadducei. Toccò anche allo scriba, il quale, da dottore della Legge, domandò: "Quale è il primo di tutti i Comandamenti". La richiesta non era affatto pretestuosa, perché, presso tutte le Scuole rabbìniche, si faticava a indicare, tra le 613 leggi imposte come obblighi e divieti, quella che inglobava le altre. Si soleva generalmente  privilegiare quella che anche Dio osservava: il "riposo sabatico", ove erano vietate 1521 azioni, anche di prima necessità e scrupolosamente indicate. Gesù però attinse altrove, lo "Shemà Israel",  che costituiva anche il "credo" recitato da ogni Israelita mattina e sera: "Amerai il Signore Dio tuo ..." (Deuteronomio 6,4). 
Fece però seguire l'altro comando: "Amerai il prossimo tuo, come te stesso" (Levitico 19). Lo scriba restò soddisfatto. Andava bene per un seguace di Mosè, non per Gesù, il quale commentò: "Non sei lontano dal Regno di Dio", ma con la implicita dichiarazione che non c'era ancora dentro. Il suo comandamento  eredità per i discepoli sarà infatti: "Amatevi come io ho amato voi".

Fra' Domenico Spatola 

venerdì 1 novembre 2024

Fra' Domenico Spatola: Novella speme oltre la morte


Svettavano i cipressi. 
Li vidi stessi
a occhieggiare antiche
memorie amiche
dei tanti conosciuti 
e dei messaggi avuti, 
e che conservo. 
Una prece per il protervo
e per l'umile a implorare. 
Compresi che a entrare in cimitero
mi si diceva il vero
della vita, 
che fuori pare infinita
ma qui soltanto spenta. 
Movenza è solo lenta 
nei passi di amici
e di parenti
che sentono lo smacco 
del distacco. 
Anch'io mi aggiro per i viali. 
Leggo epitaffi tali
che voglion perpetuare l'esistenza, 
ma dura resistenza
offre la morte, 
e per aprirne porte
ritengo utile la fede. 
Allor beato chi nel Cristo crede!
Egli Risorto
dichiara orto
il cimitero, ove il seme
si fa premessa di novella speme.

Di Domenico Spatola