venerdì 14 novembre 2025

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXXIII domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 21, 1-19

1
 Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. 2 Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli 3 e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. 4 Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere».
5 Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: 6 «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». 7 Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?».
8 Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. 9 Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine».
10 Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, 11 e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. 12 Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. 13 Questo vi darà occasione di render testimonianza. 14 Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15 io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. 16 Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; 17 sarete odiati da tutti per causa del mio nome. 18 Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. 19 Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.

All'annuncio di Gesù della futura distruzione del tempio di Gerusalemme, i discepoli non sembrarono spaventati, anzi parvero eccitati dall'idea dell'avvenimento. Chiesero infatti subito, quando sarebbe accaduto tutto ciò e quale ne sarebbe stato il segno premonitore. Il loro entusiasmo nasceva dalla convinzione che, nei momenti di massimo pericolo, Dio si sarebbe fatto presente, come in precedenti occasioni. Ma Gesù non era d'accordo, perché Dio non è mai intervenuto per mantenere istituzioni dispotiche che schiacciano le libertà delle persone. Perciò si premurò di avvertire i discepoli a non lasciarsi ingannare da chi si dichiarava investito di potere  divino, come messia venuto per restaurare il regno di Israele. Gesù invece inaugurava il Regno di Dio, e non intendeva rianimare un Israele defunto. Col linguaggio dei Profeti, il suo messaggio non incuteva paura: "Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzate e levate il capo perché la vostra liberazione è vicina!".   L'annuncio era dunque liberante, anche se le immagini erano di catastrofi: terremoti, carestie, pestilenze e fatti terrificanti. Tuttavia i segni invitati ad attenzionare saranno quelli grandiosi dal cielo, che indicheranno la fine di ogni sfruttamento e schiavitù. Non nascondeva però che seguire lui non sarebbe stato indolore. Gesù col suo insegnamento infatti minava i fondamenti di quella società: Dio, patria e famiglia. Per  Gesù non erano infatti valori corrispondenti al progetto del Creatore sull'Umanità. Con essi si esercitava infatti un potere assoluto. Il Nome di Dio serviva alle ierocrazie, mentre il concetto di Patria ai despoti, e quello della famiglia per il maschio dominatore sulla femmina e sulla prole. Gesù intese  sostituire il concetto del Dio della religione, con quello del  Padre datore della vita. Il termine "Patria" ebbe nuove iridescenze con il Regno di Dio, dove tutti  possono essere accolti e infine anche la famiglia divenuta Comunità dove non i legami di sangue ma quelli dello stesso ideale d'amore, sono quelli sul modello del mistero trinitario.

Fra' Domenico Spatola 

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