Nel peregrinare per la Galilea, il primo incontro, registrato dall'evangelista, fu con il lebbroso. Assommava, nella sua sofferenza, i mali fisici e morali di quella società. Tra le malattie, era quella che più di tutte, rendeva "impuri", perciò sgraditi anche a Dio. Erano emarginati con proibizioni dalle conseguenze spaventose. Ma quel lebbroso sapeva di potere contare nella compassione di Gesù, perciò rompendo gli indugi, temerario nei confronti della Legge, si gettò ai piedi di Gesù per farsi toccare da lui. Corrispose e lo toccò. Gli intimò tuttavia di lasciare subito il luogo che dove si professava quella emarginazione. La richiesta di farsi certificare guarito dai sacerdoti la considerò superflua. Non era debitore alla Legge che lo aveva emarginato, soprattutto dopo avere sperimentato l'amore di Gesù. Andò in giro a farlo conoscere. Ma per la Legge, Gesù divenne "impuro" per averlo "toccato". Si rifugiò il deserto, della sua libertà e vi accolse quanti, lo raggiungevano per la stessa ragione.
Di Domenico Spatola
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