venerdì 29 marzo 2024

Fra' Domenico Spatola: 29 marzo 2024, Venerdì Santo

Giuda uscì nella notte, per consegnare Gesù ai capi. Non persero tempo a inviare una guarnigione per arrestarlo. Giuda in testa, a portare la fiaccola e pronto al segnale. Non si doveva equivocare nel buio, e il bacio fu diretto. 
Gesù si fece avanti. 
Era la notte degli infingardi e dei paurosi. Gesù fu solo a fronteggiare gli sgherri, venuti per non fallire. 
"Chi cercate?". Terribile verbo. Lo cercavano per ucciderlo, e i mandanti, Anna e il genero Caifa, cufarono la sua morte. Approvò il sinedrio, insignificante e pilotato. Poteva sfogare la sua stupidità, applaudendo chi disse: "Muoia uno e si salvi la Nazione!". Divenne ragione, la loro convenienza. Pilato, governatore, inetto e coniglio, fu vinto dalla canea della plebaglia aizzata lì a gridare, supinamente: "crocifiggilo!". 
E seppellì la giustizia. 
La folla ottenne quanto pretese. Barabba, il suo mito liberato. E Gesù flagellato col sussiego al "re da burla", inscenato dai militari. L'Uomo già pronto allo scopo finì sulla croce. Gridò la sua sete, ch'era di noi e solo d'amore. 
Raccolsero il grido la madre, crocifissa nel cuore, e il discepolo amato. Presso la croce. Era l'eredità, sua per noi lo Spirito consegnato. Dono alla Chiesa, che nasceva dal "sangue e dall'acqua", simboli del mistero, sgorgato dal suo seno, ormai squarciato per sempre. E mio rifugio. 
Giuseppe d'Arimatea offrì il sepolcro. Nuovo. Servirà solo per poco: il Guaritore ferito vi entrava a risanarsi... per ricominciare. 

Fra' Domenico Spatola

Nessun commento:

Posta un commento