venerdì 10 gennaio 2025

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo del Battesimo di Gesù (anno C): Luca 3, 15-16.21-22


15
 Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16 Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 
21 Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22 e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

Il popolo stava in attesa. Voleva il cambiamento. Vedendolo battezzare, aveva individuato in Giovanni il Messia. Reagì il profeta: "Il mio è battesimo solo d'acqua". Purificava i ricorrenti pentiti, chiedeva infatti la conversione del cuore. Aggiungeva Giovanni: "Un altro, più forte di me, vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco". Lo indicava come lo "Sposo di Israele", che nessuno, e nemmeno lui poteva scalzare. Ma il battesimo di Giovanni significava "morte al passato peccaminoso", mentre Gesù si presentò a lui, da innocente, per accettare la morte futura sulla croce. Lo farà da Redentore del mondo. La sua proposta trovò conferma dall'Alto. Uscito infatti dall'acqua, mentre pregava, il cielo si aprì, e lo Spirito Santo, scese su di lui in forma corporea di colomba,  consacrandolo permanentemente alla missione. Lo  riconsegnerà al Padre nel momento della morte, perché lo effonda sulla Chiesa a Pentecoste. La sua voce indicò in Gesù "il Figlio amato e ragione del suo compiacimento".

Fra' Domenico Spatola

Nessun commento:

Posta un commento