venerdì 14 luglio 2023

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XV domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 13,1-23

1
 Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. 2 Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia.
3 Egli parlò loro di molte cose in parabole.
E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4 E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5 Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. 6 Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. 7 Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. 8 Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. 9 Chi ha orecchi intenda».
10 Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?».
11 Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12 Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 13 Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. 14 E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice:
Voi udrete, ma non comprenderete,
guarderete, ma non vedrete.
15 Perché il cuore di questo popolo
si è indurito, son diventati duri di orecchi,
e hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
non sentire con gli orecchi
e non intendere con il cuore e convertirsi,
e io li risani.
16 Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. 17 In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!
18 Voi dunque intendete la parabola del seminatore: 19 tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, 21 ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. 22 Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. 23 Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».

Per obbligare la folla a guardare il mare, che nel Vangelo rappresentava l'apertura ai pagani, Gesù, dalla barca ormai "Comunità in missione", seduto perché Maestro, dettò le dinamiche della Parola che suscita la fede, come si trattasse di un seme gettato nella terra. Il metodo di seminagione palestinese aiuta la comprensione della parabola. L'aratura avveniva dopo la seminagione e la terra successivamente mescolata al seme. Preventivamente si tracciava una strada, condizionando il seme in essa caduto, a rimanere all'affaccio preda degli uccelli. L'altro ostacolo alla fioritura era dato dal terreno pietroso, dove il seme non metteva radici, o dai rovi che ne assorbivano l'umore. Quello infine caduto sul buon terreno, portava frutti in percentuali variabili e progressive del trenta, del sessanta o del cento per uno. I discepoli tuttavia lamentarono che il Maestro parlasse alla gente in parabole. Ma egli rivendicò quello stile che meglio obbligava l'ascoltatore a trarre da se stesso le conclusioni, come fa colui che si guarda allo specchio. D'altronde il profeta Isaia,  sette secoli prima, aveva definito un popolo che non vuole né ascoltare né vedere "insensibile di cuore". A incoraggiare i discepoli li  dichiarò "beati", per la sorte loro toccata di potere vedere e ascoltare ciò che altri, profeti e giusti, in passato avevano desiderato invano di vedere o di udire. Gesù,  per  loro, interpretò la parabola,  chiarendo la metafora degli impedimenti e delle facilitazioni con cui il seme,  che, come la Parola, è destinato ad  attecchire e produrre abbondante frutto.

Fra' Domenico Spatola


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