domenica 27 gennaio 2019

Campionato in poesia:Cremonese Palermo 2-0

L'allegra Cremonese
è sulle spese,
mentre il Palermo ritirato
è piuttosto rassegnato
a restare in serie Bi.
Ai tifosi ha detto: Sì
che non vuol più la serie A,
preferisce restar qua.
Ma a noi non sta bene,
e queste son le nostre pene:
tanto ardore all'andata
da sembrare goliardata
arrivare al primo posto;
mentre ora è indisposto
e contenta a bivaccare
si fa da tutti superare.
Si ripete la stagione
che portò alla conclusione
che ancora è una ferita
per chi rubato ha la partita.
Noi crediamo che Palermo
resta sempre punto fermo,
e il risveglio della squadra
di palloni la renda ladra
e li tiri tutti in porta
e l'avversaria renda morta.

Fra' Domenico Spatola

Fra' Domenico Spatola: Nel ricordo di Auschwitz

Condivisi destini
in cammini
da non credere
ove polvere è la cenere
di umana dignità.
A lor penso
con intenso
e gran dolore
per chi sasso ha per cuore
e stessa crudeltà
ripropone a nostra età:
lo dimostra intransigenza
di chi nega l'accoglienza
a migranti in povertà
rubati pur di stessa dignità.

Fra' Domenico Spatola

Fra' Domenico Spatola: Auschwitz: un sol ricordo

Vedo giacche a righe e allineate
baracche dal tempo consumate
e, a ricordo,
dolor non scordo
e rivedo con angoscia
fili spinati
frontiera ultima prima d'essere ammazzati,
sento il fetor
di umana carne,
deciso da chi non sapeva cosa farne,
dei tanti Ebrei
bollati da Giudei,
e le minoranze altre
che non pareano scaltre
a chi era ariano
e più strano
volle annientare la razza
con sua idea pazza
che costò la guerra
e tutta la Terra ne fu più coinvolta.
Veniva tolta
dignità umana
a chi vana
in ascolta al vento
folata di vapor a dir scontento.

Fra' Domenico Spatola

venerdì 25 gennaio 2019

Rubrica "Parliamone insieme": sesta puntata. Tema: La chiesa e l'omosessualità.

Fra' Domenico Spatola: "Lo Spirito del Signore è su di me"

Di Luca il racconto
è il resoconto
ben ordinato
da altri annunciato:
il Cristo e la Parola
imparata alla sua scuola.
A Teofilo indirizzata
fu la catechesi,
perché compresi
fossero i fatti
e da quegli Atti
si rendesse conto
quanto solido fosse il racconto.
Tornato Gesù in Galilea,
dopo che in Giudea
lo Spirito sceso
di potenza facea contrappeso,
e di tal fama la diffusione
aveva pervaso l'intera regione.
Nelle sinagoghe insegnava
e di ciò ognun lodava.
Venne a Nazareth, dov'era cresciuto,
e in sinagoga di sabato non fu muto.
Scelse dal rotolo d' Isaia
il passo ove pia
era la scritta sul Messia re:
"Lo Spirito del Signore è su di me;
per questo mi ha unto,
per fare il sunto
dell'annuncio lieto
al povero inquieto,
al prigioniero non liberato
e al cieco ottenebrato,
e a inviare messi
di libertà agli oppressi
e proclamare ardore
per l'anno del Signore"
Finì lettura
e, senza premura,
il rotolo avvolse
e all'inserviente porse.
Sedette.
La gente in attesa stette.
Ognuno lo fissava
mentre egli esclamava:
"Oggi si è fatta matura
la Parola di questa Scrittura".

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Gesù nella sinagoga di Nazareth di James Tissot

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Terza Domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 1,1-4; 4, 14-21

 
Luca 1, 1-4
1 Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo,4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
Luca 4, 14-21


 
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15
Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
18Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l'unzionee mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,a proclamare ai prigionieri la liberazionee ai ciechi la vista;a rimettere in libertà gli oppressi,19a proclamare l'anno di grazia del Signore.

20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 
22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».




 
Accadde a Nazareth di Galilea. Aria di festa settimanale in sinagoga. La liturgia del Sabato consentiva a qualcuno dei presenti la lettura del Profeta e un relativo commento. Gesù  chiese all'inserviente il rotolo da leggere, ma il passo di Isaia lo cerca e lo trova. Era tra quelli più attesi. La gente ascoltava con inquietante silenzio le "parole" scandite  in favore "dei poveri non più diseredati, dei ciechi finalmente vedenti, dei prigionieri con raggiunta l'anelata liberazione e degli oppressi risollevati da qualunque oppressione". Merito del Consacrato, "l'Unto dallo Spirito", la cui missione avrebbe favorito Israele. A lettura compiuta, Gesù  riavvolse il volume per consegnarlo. Seguì la sua prima omelia: "Oggi si è compiuto quanto avete ascoltato". All'uditorio però qualcosa non era piaciuta: Gesù aveva amputato la frase più attesa, quella che annunciava "l'anno di vendetta del Signore" contro i nemici d'Israele. Come aveva potuto farsi garante della parte relativa al Dio buono e padre di tutti, tralasciando quello che riguardava Israele e la sua storia? E con dissapore lo ostacoleranno fino a provare a farlo morire anzitempo. Ma quel "oggi", cambiò l'Umanita che poteva salutare in Cristo il suo Salvatore.
 
Fra' Domenico Spatola

sabato 19 gennaio 2019

Campionato in poesia: Palermo-Salernitana 1-2

Dopo il gol, Palermo caro,
ci hai dato da bere l'amaro.
Quanto durò tuo predominio,
presto trasformato a b condominio?
Non volevamo il pareggio,
ma venne il peggio
nel secondo tempo,
dove facesti scempio
delle nostre aspettative.
Quanto retrive
furon le tue difese,
mentre le offese
eran tutte salernitane
che nane
parevano all'inizio
ma poi lor sfizio
fu la delusione
di noi che il pallone
lo vedevamo sempre in nostra porta,
sì da sembrare morta
ogni nostra esile incursione.
Piangiamo la delusione.
Palermo che ti manca?
Sbanca!
Tua è particolar missione:
d'inverno sei campione
anche se perduta la tramontana
abbiam con la Salernitana.

Fra' Domenico Spatola

venerdì 18 gennaio 2019

Quinta puntata della rubrica "Parliamone insieme": parliamo dell'immigrazione.


Fra' Domenico Spatola: Il vino migliore

A Cana di Galilea,
nuziale si tenea
gran festa:
madre in testa
e sol invitato era Gesù con i seguaci.
Con modi audaci
la madre disse al Figlio
a modo di consiglio:
"Non hanno vino".
Sapeva divino
nuovo portento
che il Figlio ad evento
avrebbe compiuto.
"Donna -rispose com'è risaputo-
 non è la mia ora né sono i miei sponsali". 
Ma ai servi la madre: "Mettete su le ali
-dice- e fate ciò che vi dirà".
C'erano là
sei damigiane capienti
e agli inservienti
con nuovo estro
disse il Maestro:
"Riempite le giare fino a total capienza
e attingete da lì vin da quintessenza.
Portatelo poi al capo della festa!"
Questi però contesta
che il vino così buono non vada servito a tuono
ma alla fine quando son tutti brilli
da cadere ubriachi qual birilli!".
Questo fu il primo segno
che a pegno
manifestò la sua gloria
e dei discepoli iniziò la vera storia

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Le nozze di Cana - Tintoretto

Fra' Domenico Spatola: Commento al Vangelo di Giovanni (2-11) Le nozze di Cana

Il segno delle nozze di Cana
Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo 10 e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». 11 Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Le nozze di Cana di Galilea
Era festa a Cana. Le nozze nei villaggi avevano risonanza. Saranno famose queste che annoverano la madre e tra gli invitati Gesù con i discepoli.
Valenza simbolica si addice all'evento. Manca il vino. La madre ne è consapevole, ma il Figlio, informato, non vi riconosce "le sue nozze". Quelle le consumerà sulla croce e saranno d'amore. Distolto è dal proposito dall'insistenza della madre, che ritiene ottenuto lo strappo. Può ora candidamente volgersi ai servi: "Fate ciò che vi dirà!".
"Riempite le anfore fino all'orlo" fu perentorio il comando del Signore. I servi avevano capito e taciti  obbediscono. Erano là sei enormi giare di pietra contenenti ottanta litri ciascuna. L'acqua doveva servire per la purificazione dei Giudei, ma, ironia della sorte, le giare non contenevano una goccia d'acqua. Primo compito dei servi fu di riempirle fino all'orlo, per attingere successivamente l'acqua che, nel prelievo, diventava vino dei più pregiati. Il fatto irretì l'ignaro organizzatore del banchetto che, furibondo, si volse allo sposo imputandogli di avere conservato il vino migliore per la fine, quando tutti, da brilli, erano incapaci di apprezzare il vino buono. Di Gesù  fu il primo segno ove manifestò la sua Gloria e i discepoli credettero in lui.

fra' Domenico Spatola
Nella foto: Le nozze di Cana - Giotto

lunedì 14 gennaio 2019

Fra' Domenico Spatola: Ritorni o Madre...

Ritorni, o madre, ogni anno
a riparare il danno
di tua partenza.
Di te non potevamo far senza
e, quel lontano giorno,
intorno
a noi sol pianto,
era tuo vanto
altra passione:
restare a consolazione
madre presente,
quando tenera e prudente
accordavi i disparati figli
in sinfonia che or non trova appigli
a congregare.
Mancasti  ad animare
orchestra,
volata via come  da finestra,
eppur sei in noi
e, come vuoi,
ti sentiamo vicina,
e tuo pensiero affina
sentimenti a tenerezza:
estrema tua carezza
per quel dolore
che mai sopito è in cuore.

Fra' Domenico Spatola
Per il 26° anniversario della morte di mia madre

Fra' Domenico Spatola: quarta puntata di Parliamone insieme dedicata al "male".



Se volete fare una domanda a fra' Domenico potete utilizzare la chat della pagina Facebook @channel for you magazine. Le risposte verranno date da fra' Domenico durante le prossime registrazioni. 
"Parliamone insieme" è una rubrica di attualità, nata con lo scopo di promuovere riflessione, condivisione e confronto su tematiche sociali affrontate dal punto di vista religioso espresso dal protagonista della rubrica, Frà Domenico Spatola, intervistato dalla conduttrice Lavinia Guccione. Le riprese e il montaggio sono curate da Salvo Amato. Produzione Channel for You (@channelforyoumagazine )

Fra' Domenico Spatola: Terza puntata di Parliamone insieme dedicata a Papa Francesco


In questa terza puntata si parla di papa Francesco. Se volete fare una domanda a fra' Domenico potete utilizzare la chat della pagina Facebook @channel for you magazine. Le risposte verranno date da fra' Domenico durante le prossime registrazioni. 
"Parliamone insieme" è una rubrica di attualità, nata con lo scopo di promuovere riflessione, condivisione e confronto su tematiche sociali affrontate dal punto di vista religioso espresso dal protagonista della rubrica, Frà Domenico Spatola, intervistato dalla conduttrice Lavinia Guccione. Le riprese e il montaggio sono curate da Salvo Amato. Produzione Channel for You (@channelforyoumagazine )

Fra' Domenico Spatola: Parliamone insieme. Seconda puntata dedicata al Natale


Se volete fare una domanda a fra' Domenico potete utilizzare la chat della pagina Facebook @channel for you magazine. Le risposte verranno date da fra' Domenico durante le prossime registrazioni. 
"Parliamone insieme" è una rubrica di attualità, nata con lo scopo di promuovere riflessione, condivisione e confronto su tematiche sociali affrontate dal punto di vista religioso espresso dal protagonista della rubrica, Fra' Domenico Spatola, intervistato dalla conduttrice Lavinia Guccione. 

Le riprese e il montaggio sono curate da Salvo Amato. 

Produzione Channel for You. 
In questa seconda puntata parleremo del Natale...

Fra' Domenico Spatola: Parliamone insieme. Prima puntata


"Parliamone insieme" è una rubrica di attualità, nata con lo scopo di promuovere riflessione, condivisione e confronto su tematiche sociali affrontate dal punto di vista religioso espresso dal protagonista della rubrica, Fra' Domenico Spatola, intervistato dalla conduttrice Lavinia Guccione. 
Le riprese e il montaggio sono curate da Salvo Amato. 
Produzione Channel for You. 

venerdì 11 gennaio 2019

Fra' Domenico Spatola: San Bernardo da Corleone

Ogni anno da Corleone,
san Bernardo ci propone
un modello di sua vita,
che sembrare può ardita,  
mentre chiede solo amore
che fa bene sempre al cuore.
Egli fu uno spadaccino
e si volle cappuccino
per segnare con sua tempra
le sue stesse membra.
Fu modesto e penitente
e quanto a lui era incombente  
lo faceva con amore    
riempiendo di stupore
non solo i frati e i parenti
ma persin tutte le genti
che l'acclamavano lor santo
perché Bernardo amava tanto
i fratelli e il Signore
e a stupore
si innalzava su da terra
a parlar con Dio di guerra
ch'ei facea al proprio corpo  
che vedeva come orco 
che gli impediva santità.
Altri tempi quelli lá, 
dove ogni penitenza
ritenuta quintessenza
era di totale felicità.
San Bernardo in povertà
fu d'esempio
e del corpo fece scempio
per domare il suo vizio
fin dal tempo di novizio
ch'era d'ira furibonda
che abbonda
contro l'avversario
a suo ideale.
Fu reale
sua virtù
e ancor più
fu mansueto
e il suo animo fu quieto
per lo sguardo suo fisso
a Gesù il Crocifisso.

Fra' Domenico Spatola

Fra' Domenico Spatola: Il battesimo di Gesù

Mentre ognuno del Messia
chiedea se sia
Giovanni,
venuto a riparare i danni
dell'umana colpa,
il Giordano si ingolfa
di fedeli a battezzare.
Ma Giovanni diceva
che "non aveva
il ruolo del Messia
e che ad altri attenzione sia.
Egli battezza in Spirito e fuoco,
mentre fioco
è il mio battesimo al cospetto.
Egli è lo Sposo prediletto,
che non son degno di scalzare!".
Anche Gesù si vide arrivare
tra i peccatori,
che nel fiume lavavano gli errori.
Uscito però dall'acqua,
che altrui colpa sciacqua,
stando in preghiera,
nuova era
iniziò con lui,
a diradare i tempi bui:
scese lo Spirito Santo
e, a vanto,
di lui il Padre disse:
"È il Figlio, l' amato che sconfisse
il male:
ascoltarlo è perciò vitale!"

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Battesimo di Gesù (Guido Reni)

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo del Battesimo del Signore: Luca 3,15-16.21-22

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Battesimo di Gesù
21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Al battesimo di conversione, predicato da Giovanni, la risposta del popolo fu generosa. La gente aveva compreso che il perdono si attuava nel cambiamento di vita più che nei riti sacrificali.
Ammirati, tutti si chiedevano se non fosse Giovanni "il Cristo", onesto fu il profeta a non approfittare dell'empatia montante a suo favore per appropriarsi del ruolo che diceva  non appartenergli perché un Altro era lo "Sposo da non scalzare". Con colorita espressione ("indegno di levargli il sandalo") rinviava alla legge del "levirato", che prevedeva che il cognato dovesse dare prole alla moglie del defunto fratello. Motivato perciò il rifiuto del Battista: "Viene dopo di me Uno più forte che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco".
Profezia attuata solo a metà. Del "fuoco" infatti Gesù non si avvalse per incenerire i peccatori, di cui condivise la condizione tra i tanti in attesa di essere battezzati da Giovanni per dare morte alla vita precedente di peccato. Gesù l'accettava ma nel futuro. Il battesimo infatti non lavava lui, ma annunciava quello da lui "tanto desiderato" e che si sarebbe consumato sulla croce per "togliere il peccato del mondo".
"Uscito dall'acqua, mentre era in preghiera, il cielo si aprì", e da quel momento nessun diaframma lo avrebbe mai più  nascosto agli uomini, dal momento che lo Spirito Santo, in forma di colomba scendeva definitivamente sulla sua (nostra) umanità, consacrandone, nella condizione di Figlio, la missione di Messia.
Era lo Spirito delle origini che portando a compimento la Creazione, si rifugiava in Cristo come colomba fedele al suo nido. Del Padre si udì la voce a commento che  "il Figlio amato è la fonte del suo compiacimento" come preconizzato da Isaia nel "Carme del Servo sofferente".

Fra' Domenico Spatola.
Nella foto: Battesimo di Gesù (Leonardo da Vinci)

sabato 5 gennaio 2019

Fra' Domenico Spatola: Al fratello Totò

Rivivo tuoi non lunghi anni
di sofferenza e di fatica
e ardori tuoi vissuti
nell' innocente vita
Fu anno di calvario
ultimo tuo non divario
a tragedia infinita
che trasformò vita
tua di crocifisso
in letto fisso
al dolore
e dell'acre suo sapore
assaporasti umore:
tormento nel rutilante
mondo più distante
t'appartiene luce
di stella che conduce
come i Magi a stessa culla
ove vera e mai fasulla
fu tua fede
che ora a riposo chiede
in gelido inverno
al Signore: pace in eterno!

Fra' Domenico Spatola

giovedì 3 gennaio 2019

Fra' Domenico Spatola: Aria di Befana!

Quanto strana è magia
oppur follia
indagare su nel cielo
per vedere su quel telo
quella vecchia con la scopa
a girare l'Europa
per veder a chi carbone
lascerà a profusione.
Scelte sue non son ribelli:
essa cerca quelli
che non sono ospitali
con coloro che dai brutali
si difendono fuggendo
e tremendo
trovan rifiuti
dai Paesi evoluti.
Ingiustizia c'è nel mondo
che sarebbe più giocondo
e meno offeso
se non leso
il diritto d'ospitalità
ma questo è sogno e amenità.
Se ci fosse meno egoismo
ameremmo il pluralismo
dove non ci son più  barriere
ma emozioni quelle vere
dove l'altro
non è lo scaltro
da temere
poiché sue mani son sincere.

Fra' Domenico Spatola

Fra' Domenico Spatola: La Befana

Viene la Befana,
se sia alta oppure nana
non lo so,
ma quel poco vi dirò
che conosco da bambino:
entra solo dal camino;
ha le scarpe tutte rotte
e perciò viene di notte;
e se non trova i bimbi a letto
a dormire con l'orsetto
il suo regalo è il carbone
che essa tiene sul bastone
dell'immancabile sua scopa.
Suo continente è l'Europa,
ma se la si vuole universale
la sua presenza è mondiale.
Essa porta caramelle,
torroni e cose belle
a domanda di bisogno
a chi li chiede anche in sogno.
Se la guardi fa paura,
essa però è solo dura
con coloro che sulla Terra
voglion sempre solo guerra.

Fra' Domenico Spatola

Fra' Domenico Spatola: I Magi

Nato Gesù a Betlemme, 
mentre a Gerusalemme
Erode regnava,
una carovana andava
da Oriente
chiedendo del Neonato Re onnipotente.
Avevano visto più bella
la sua stella
e venivano perciò ad adorare.
Bastò tal notizia a turbare
il re e l'intera città,
mentre gli esperti in santità
informavano il re e la sua corte
che toccava tal sorte
a Betlemme di Giudea
come diceva Michea:
"Da lì nascerà il pastore
che sarà d'Israele salvatore".
Ma Erode sospettoso
fu curioso
di sapere "della stella
e di quando ad essi parsa più bella".
Poi aggiunse: "Andate
e adorate.
e fatemi sapere
perché io venga a dovere".
Udito il re
ripartirono i tre.
Ed ecco la stella vista spuntare
era di nuovo a brillare.
E come fuoco
si fermò sul luogo
ove era il Bambino
che adorarono a fine cammino.
Poi aprirono i loro regali,
che non eran normali,
ma degni del divin Figlio
e a noi offerti a consiglio
per vedere Gesù divino, regale
e uomo mortale.
Avvertiti di non transitare da Erode,
che ancora si rode,
per altra strada
tornarono in propria contrada.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Adorazione dei Magi (Mantegna)

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Epifania del Signore: Matteo 2, 1-12

I Magi dall 'Oriente
1 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».3All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
6E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».
9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

L'episodio di Matteo, relativo ai Magi, è fortemente simbolico.
La tradizione l'ha circostanziato di elementi da favola. Il genere letterario adottato è il "midrashico" (collage di fatti o di espressioni veterotestamentarie). I maghi, assurti a dignità regale di "Magi", sono tre sulla base dei doni offerti. Per Matteo erano indovini e peccatori come tutti i pagani. Tra lo sconcerto dei benpensanti della Legge, venivano privilegiati da Dio, con la stessa sorte toccata ai pastori nel Vangelo di Luca. A guidarli è la stella, la stessa vaticinata dal  profeta Balaam. La visita dei Magi riproduce quella della regina di Saba a Salomone, mentre il geloso Erode, copia il Faraone del tempo di Mosè, e ne riproduce sospetti e crudeltà. Alla richiesta sul Neonato Re d'Israele, Erode e Gerusalemme si allarmarono temendo chiunque potesse usurpare il trono e il tempio. Ma il  Pastore d'Israele, detto dal profeta, viene da Betlemme. Bisognava riincamminarsi, e, col favore della stella, trovarono il Bambino e la reggente sua Madre. L'adorarono e, aprendo gli scrigni, ne esplicitarono i simboli profetici: con l'oro offerto riconobbero il Re, con l'incenso il Dio svelato  e, con la mirra, lo Sposo dell'Umanità. 
Fu consegna di fede ai Magi di evitare i luoghi del potere e della sopraffazione e, per altra strada eludendo Gerusalemme idolatra e minacciosa per il Figlio di Dio, tornare alle loro terre.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Adorazione dei Magi (Veronese)