venerdì 30 agosto 2019

Fra' Domenico Spatola: Chi si umilia sarà esaltato

Un sabato  Gesù
mangiava dal capo della tribù
dei farisei, attenti ad osservarlo
per trovare il modo d'accusarlo.
Gesù, vedendo lor condotta
votata a lotta
per i primi posti
da occupare a tutti i costi,
con una parabola l'invitava
a non grondare bava:
"Un altro puó meritar quel posto
e sarà duro per te il costo
ad altri lasciare
e ultimo arretrare
con vergogna
da umiliante gogna.
Quando qualcun t'invita,
condotta tua compita
sia e dall'inizio
copri il posto del novizio.
Sarà il padrone a dirti: 'Sali!'
per star coi primi commensali,
e senza disonore".
Aggiunse il Signore:
"Chi si esalta sarà umiliato
e che s'umilia verrà esaltato".
Poi, al capo che l'invitava
disse: "Non cercare chi ricambiava
ma invita storpi e non vedenti
e tutti i nulla tenenti
incapaci di ricambiare,
e, alla risurrezione, vedrai arrivare
la ricompensa
che sarà immensa".

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: dipinto del Veronese

Commento al Vangelo di fra' Domenico Spatola della XXII Domenica del Tempo ordinario (anno C): Luca 14, 1. 7-14


Altra guarigione in giorno di sabato
1 Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Umiltà e generosità
7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cedigli il posto!». Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto.10Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: «Amico, vieni più avanti!». Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
12Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Il "simposio", genere letterario ampiamente impiegato dai Classici antichi, diventa anche per Luca "luogo letterario" per discettare intorno al tema prefissato. Famoso il Simposio di Platone, che per argomento aveva l'amore. In Luca è il servizio. I commensali cui si rivolge Gesù sono i soliti Farisei, da lui bollati di avidità incontenibile e di cercare i propri interessi. Concorrono per i primi posti allo scopo di venire serviti primi e meglio. Il Signore osservava la ressa e, a frenare l'ingordigia dei commensali, propose a rimedio quale sia l'autentica convenienza: "Se viene qualcun altro più ragguardevole di te, il padrone ti intimerà di cedergli il posto che hai occupato indebitamente e, con vergogna, finirai tra gli ultimi. L'immagine è colta dal libro veterotestamentaro dei Proverbi (25, 6-7). È la sorte consequenziale per chi si esalta. Mentre chi si umilia verrà innalzato. La lezione poi per il padrone di casa perché tra gli invitati non annoveri  suoi commensali quanti sono in grado di ricambiare, ma accolga i poveri e gli esclusi per Legge perché "storpi e ciechi", e la ricompensa dal Cielo arriverà generosa e puntuale alla risurrezione dei giusti.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: dipinto del Moretto 

venerdì 23 agosto 2019

Fra' Domenico Spatola: Gli ultimi saranno i primi

Passando per città e villaggi,
faceva nuovi ingaggi
con il suo insegnamento,
mentre il cammino lento
a Gerusalemme lo portava.
Un tale gli chiedea se si salvava
un numero cospicuo di fedeli,
ma Gesù rispondea a lui senza veli :
"Datemi retta!
Sforzatevi di entrar per la porta stretta,
perché chi quella larga cerca,
alterca
senza mai trovarla.
Quando il padrone chiuderà la porta,
a lui non importa
se starete a bussare.
Egli resterà ad ignorare
se avete mangiato o bevuto in sua presenza,
e predicato pure in sua assenza.
Egli vi dirà che altre mete
avete
voi cercato,
perciò non riconosce il vostro stato.
Vi giudicherà operatori di ingiustizia
e vi allontanerà dove non vizia
il pianto e lo stridor dei denti,
come perdenti
alla vista di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe
e di chi conobbe
Dio
e lo pose al posto del suo io.
Verranno da Oriente
e con quelli d'Occidente
si siederanno a mensa
e di vita coglieranno immensa,
perché gli ultimi andati
soppianteranno i primi arrivati".

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXI domenica del Tempo orfinario (anno C): Luca 13, 22-30

Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: «Signore, aprici!». Ma egli vi risponderà: «Non so di dove siete». 26Allora comincerete a dire: «Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze». 27Ma egli vi dichiarerà: «Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!». 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi.

A chi gli chiedeva quanti sarebbero alla fine i salvati, Gesù glissava nella risposta declinando "qualità" e "condizioni" per essere salvati. L'israelita richiedente  era convinto, come i suoi contemporanei, che la salvezza fosse esclusivo appannaggio del Popolo eletto.
Gesù l'invitava ad "entrare per la porta stretta", quella che, nelle case o nelle mura di cinta della città, era riservata alla servitù. Se la si cercherà tardivamente per il banchetto  con "Abramo, Isacco, Giacobbe e i profeti" la si troverà chiusa. Sorpresi, dichiareranno, ma invano, al Signore la loro familiarità per avere mangiato con lui (eucaristia) e insegnato per le strade e sulle piazze la di lui Parola senza però questa li abbia potuti trasformare in dono per i fratelli e "pane da mangiare". Inesorabile e senza appello sarà  per loro la recusazione: "Non vi conosco!". Verrà dichiarato il fallimento  ("pianto e stridore di denti") con l'implacabile sentenza: "Allontanatevi da me, operatori di ingiustizia". Seguirà, sorprendente, il capovolgimento totale: alla mensa con i Patriarchi e i Profeti vedranno seduti coloro ai quali non avevano riconosciuto il diritto: i pagani provenienti dai  quattro Punti cardinali. Mentre loro, che avevano fatto del culto sacrale il punto di forza della loro religiosità senza mai tradurlo in atteggiamenti di misericordia verso il prossimo, come in passato anche i Profeti avevano denunciato, rimasti fuori, verranno soppiantati  da "gli ultimi" divenuti "i primi".

Fra' Domenico Spatola

venerdì 16 agosto 2019

Disse Gesù: "ho gettato un fuoco"

Disse Gesù ai seguaci:
"Vi dirò parole audaci
che vi aiuteranno non poco:
venuto sono a gettar fuoco
e quanta voglia ho che sia acceso.
Ho un battesimo nel quale sceso
sarò
e angoscia avrò
finché non sia compiuto,
e non resterò muto:
Non ho portato pace sulla Terra
ma divisione e guerra.
D'ora innanzi, tra cinque persone
avverrà la divisione
di due contro tre:
il figlio non riconoscerà il padre "re"
e la figlia
con colei che, non è la madre, si consiglia,
né sarà più felice l'ora
tra la suocera e la nuora".

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Dipinto di Antonello da Messina

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangello della XX domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 12, 49-53


Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.52D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».


Anche Gesù promette il "suo" fuoco dal cielo. Suo perché non è quello del Battista, incendiario come Elia e "i figli del tuono" Giacomo e Giovanni. Il suo fuoco anticipa  la Pentecoste, che, donando alla Comunità lo Spirito Santo alimento di vita, preannuncia la nuova relazione con Dio, basata non più sulla servitù, ma sull'amicizia e sulla somiglianza con il Padre.
Tutto ciò sarà il frutto della sua morte e verrà consegnato dalla croce. Il desiderio di Gesù è che tale fuoco si accenda, quindi non fuoco che distrugge come quello minacciato dal Battista nell'incendio del giudizio.
Il battesimo, del quale desidera l'immersione, perciò sarà la sua morte per comunicare vita attraverso il dono dello Spirito. Ciò comporterà lacerazioni tra quanti accoglieranno la sua Parola e quanti l'avverseranno, anche all'interno della sua Comunità, questi ultimi attaccati  al vecchio, ricuseranno la novità portata da Gesù.

Fra' Domenico Spatola

martedì 13 agosto 2019

Con il Presidente del Palermo a Petralia







Fra' Domenico Spatola: "Beata, Maria, che hai creduto!"

Maria, fu fretta o amore
che ti spinse il cuore
a cercare Elisabetta
per la via più retta?
E, al tuo saluto,
solo Zaccaria restò muto,
perché il bimbo a madre danzò in grembo,
avendo conosciuto in te il "divino lembo".
E fu Elisabetta, di Spirito piena,
che dichiarò: "Appena
ho udito il tuo saluto,
il bimbo capì che tu avevi creduto".
Per cui disse di te che "sei beata
per la fede immensa professata!".
E tu, Maria, a lei rispondesti:
"Di Dio sono lesti
i mie ardori
da empir d'amore tutti i cuori.
Nelle generazioni che verranno,
tutti sapranno
che sarò Beata
per la grazia a me comunicata,
da chi ha guardato all'umiltà della sua serva
e ogni parola sua il cuore mio conserva.
Ha rovesciato dai troni i potenti,
innalzando poveri e nullatenenti,
soccorrendo Israele suo servo
e d'Abramo la promessa in cuore mio conservo".
Stesti lì, Maria, ancor tre mesi
e poi andasti via per nuovi pesi.

Fra' Domenico Spatola

Fra' Domenico Spatola: 15 agosto: La Vergine Maria assunta in cielo

Per la fede, Maria è Beata.
Ha creduto all'Angelo che l'annunciava "Madre dell'Altissimo" ad opera dello Spirito Santo; a Elisabetta che l'esaltò "corifea" tra tutte le donne da lei riscattate; ai pastori di Betlemme che le narravano del Bambino meraviglie che lei non conosceva e conservava gelosamente nel suo cuore per noi. Ha creduto alle parole del vecchio Simeone annunciante il Bambino "luce delle genti" e preconizzando a lei "la spada che ne avrebbe trafitto l'anima". Ha creduto a Gesù, l'adolescente che  rivendicava indipendenza anzitempo da lei per i diritti del Padre. Ha creduto al Figlio che la induceva, pena sentirsi recusata da lui come madre, ad uscire dalle logiche dei diritti sulla prole e rivestire i panni della discepola che, fino ai piedi della Croce avrebbe sperimentato straziante l'accoglimento della Parola. Ha creduto anche in noi,  accettandoci figli, da stesso travaglio.
Si è fidata di Dio. L'assunzione "in corpo e anima" è ideale traguardo a somiglianza condivisa della discepola con il Maestro morto e risorto.
Ora è modello trionfale di compimento da contemplare e condividere. È Madre nostra e la sua gloria sarà la nostra eredità.

Fra' Domenico Spatola 


venerdì 9 agosto 2019

Fra' Domenico Spatola: Il molto sarà richiesto maggiorato.

"Non tema il gregge,
- disse Gesù - è legge
del Padre darvi il Regno
e ognun ne sia degno
donando ciò che ha
per viver povertà.
Infatti son vere borse
le celesti risorse
del tesoro che né ladro né tarlo
potranno consumarlo.
Siate dunque desti
e con le vesti
ai fianchi strette,
come vedette,
con lampade accese
e senza deluse attese
di chi da nozze torna
e fuori non soggiorna.
Servi, se svegli, sarete beati,
e dal padrone onorati!
Sia per voi quadro:
chi sa l'ora in cui viene il ladro
non si lascia rubar la casa
perciò da voi non evasa
sia attenzione e, a promo,
dico: giungerà il Figlio dell'uomo,
in ora disattesa
e a lui la vostra resa!".
Pietro disse: "Ciò, Signore,
val per noi che tutte l'ore
t'abbiamo donato
o va da tutti meditato?"
Con nuovo estro,
rispose a lui il Maestro,
elogiando l'amministratore saggio
che rende omaggio
al suo mandato
e perciò nuovo onore gli sarà dato.
Se invece il servo, a dispetto
del padrone, del quale niun rispetto
serba in cuore,
con orrore,
percuote servi e serve
e tracanna trangugiando le riserve
del padrone
questi al ritorno lo punirà a ragione.
Il molto dato
sarà richiesto maggiorato!"

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della XIX Domenica del Tempo Ordinario (anno C): Luca 12, 32-48


32 Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
33 Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. 34 Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
35 Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; 36 siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. 37 Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38 E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! 39 Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40 Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
41 Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? 43 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44 In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45 Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46 il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47 Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48 quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

Il capitolo 12 di Luca argomenta del Regno di Dio. È il programma di Cristo alla Comunità. I suoi precetti sono inviti a liberarsi dagli affanni per condividere amore con i fratelli sul modello del Padre. Con "Regno di Dio" infatti Gesù traduce la cura che il Padre si prende di noi, se ci interessiamo del bene degli altri. Audace affido del Regno dalle immense potenzialità al gruppo definito "piccolo gregge". "Non temere! Il Padre si fida di voi". Non mancano le condizioni, esplicitate per collocare in luogo sicuro  cuore e desideri, dove ladri e tarli non possano accedere e consumarne il tesoro.
L'invito è perciò alla vigilanza e al servizio, qualificanti coloro che aspettano il Signore "che torna dalle nozze". Egli infatti non ha scadenze né orari. La sua Comunità lo deve attendere vigilante in servizio e riconoscerlo ad ogni incontro con i fratelli. La "beatitudine" sarà piena. Ammonìto è chi vive distratto e dissoluto. Il ladro non si lascia annunciare e, non ostacolato, saccheggia la casa.
Sobrietà e vigilanza d'attesa garantiranno al servitore la ricompensa quando ritornerà il Signore.
Pietro chiese se il richiamo fosse esclusivo per i seguaci, o rivolto tutti. La risposta senza appello è per lui e per tutti gli amministratori cui è stato dato di più, e perciò sarà richiesto di più.

venerdì 2 agosto 2019

Fra' Domenico Spatola: A chi toccherà ciò che hai guadagnato?

Un tale dalla folla disse a Gesù:
"Intervieni tu,
per dire a mio fratello
di dividere il fardello
della paterna eredità!"
Ma egli a lui rispose:
"Queste cose
non son di mia pertinenza.
Cercate piuttosto di farne senza,
perché, dall'abbondanza,
vita non sopravanza".
E raccontò del ricco
che aveva fatto il picco
di ricchezza.
Volea più ampiezza
per porvi i suoi raccolti.
"Demolirò i locali incolti
e costruirò più grandi magazzini
che accoglieranno numerosi tini,
e farò rifugio sano
alla gran quantità di grano.
Poi dirò a me stesso:
non fare il fesso,
disponi ricchezza.
In dissolutezza
vivi tua nuova vita:
mangia, bevi e falla ardita
nel gran divertimento!"
Scontento
fu Dio di quel suo ragionare,
e disse a lui: "Stanotte ti verrò a bussare.
A chi toccherà  ciò che hai guadagnato?"
"Così - concluse il Signore - privato
delle ricchezze
sarà chi ha accumulato
senza averlo mai donato".

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XVIII domenica del Tempo ordinario (anno C): Luca 12, 13-21

Uno della folla gli disse: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». 
16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: «Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!». 20Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?». 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Gesù stava parlando della fiducia nell'amore del Padre provvidente,  quando viene interrotto da un tizio tra la folla che vuol coinvolgere Gesù nelle sue questioni di eredità con il fratello. Il Signore prende le distanze e insieme anche lo spunto per parlare delle insidie della ricchezza. Sempre ingiusta perché accumulata a danno degli altri, e frutto di amore non condiviso. La parabola è il severo giudizio che la vita impone. Il ricco, che pensa solo a se stesso, è soltanto povero, perché, secondo il Vangelo, si possiede solo ciò che si dona. Il ricco è colui che tutto conserva per sé e, sopraggiunta la morte, lascia agli eredi un frutto avvelenato,  perché fonte di divisioni. Il mondo gira attorno al denaro e al suo potere, Gesù mette in guardia che la felicità non dipende dal possedere ma dalla condivisione, atteggiamento che ci fa figli di Dio perché meglio ci fa assomigliare al Padre.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Il ricco stolto (dipinto di Rembrandt)