venerdì 28 febbraio 2020

Fra' Domenico Spatola: Solo Dio adorare

Dopo battezzato,
Gesù fu portato
dallo Spirito nel deserto,
perché a Satana venisse offerto
di tentarlo.
Questi a provarlo
si mise d'intorno
al quarantesimo giorno
di digiuno.
Intorno non v'era alcuno
e, sinuoso
il tentatore: "Oso,
- disse - a te che di Dio
sei il Figlio,
d'accogliere il mio consiglio:
diventando collaboratore
e sarò per te io tuo Signore.
Faremo cose strane:
pane
diventeran le pietre,
né tetre
saran nostre attese!"
Tali indecenti offese
Gesù rigetta
invitando affinché "ognun metta
fiducia nella Parola
e di Dio vada a scuola".
Allora il maligno impetuoso
lo sospinse sul punto curioso
del tempio ch'era più alto
chiedendo a lui il mortal salto
nel vuoto, ché angeli in coro
con trionfo e decoro
lo accoglieranno,
né farà danno
la pietra al suo piede.
"Non è questa la fede
-rispose il Maestro-
e con genial estro
invitò il rivale
a far ciò che più vale:
non tentare
Colui che s'ha da amare,
il Signore Dio tuo!"
Ostinato, da par suo,
quello aprì un nuovo fronte
sopra il più alto monte,
donde si vedon i regni
che volea dare a pegni
a Gesù se adorava
lui che lo sfidava
beffardo e con l'affondo
di possedere il mondo.
Severa a rifiuto
fu la risposta al cornuto,
anch'esso invitato
a piegarsi umiliato
solo a Dio, da adorare!"
Non sapendo che fare
il Maligno irritato
andò via scornacchiato.
Mentre a servizio,
gli Angeli espletarono loro uffizio.

Fra' Domenico Spatola
Dipinto di Greg Olsen

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della prima Domenica di Quaresima (anno A: Matteo 4, 1-11)

1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 2 E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3 Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5 Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6 e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani,
perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».
7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo».
8 Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9 «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». 10 Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto».
11 Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.

Titanica lotta tra Cristo e il Satana, "l'avversario" di quel Regno  inaugurato da Cristo, che sarà sempre tentato di potere, per percorsi altri. Il deserto è spazio ideologico per cammini di libertà. Lo fu con Mosè a riconquista degli ideali che "le città degli uomini", deviando le vere esigenze umane nella sola materialità, dimenticano l'altra fame: quella dello spirito che solo la Parola di Dio può nutrire. La seconda provocazione è fanatismo di potere e di spettacolarità. Il luogo della esibizione è il più sacro: il  tempio e il suo pinnacolo. Da qui la superstizione autoreferenziata a idolo, per il "prodigio" facile e ad effetto. Piccata la risposta del Cristo, offeso dalla strumentalizzazione di Dio costretto dai capricci umani. "Non tentare Dio!" è suo monito, severo e attuale contro i fanatismi della religione pensata a magia di superiorità del rito e del sacro sulla vita.  Tuttavia è sul monte altissimo, non orografico ma ideologico, che tutti i regni della terra, vengono dal Satana offerti con beffarda prodigalità al Messia davidico "se prostrato lo adorerà". Senz'appello la recusazione del Cristo e ultimativo il suo monito: "adorare solo Dio e lui servire!"
Dalla croce, mostrerà il potere che gli attiene: servire e dare la vita per tutti.
Tra "gli avversari" del progetto (i Satana di turno) Gesù additerà anche Pietro, con l'imperativo di "mettersi a sequela". Servitori del Vangelo, sono gli angeli sempre disponibili al Regno.

Fra' Domenico Spatola
Dipinto di Ivan Kramskov

mercoledì 26 febbraio 2020

Fra' Domenico Spatola: Mercoledì delle Ceneri (Un anno con fra' Domenico)

Le Ceneri?
Non le veneri,
ma le poni sulla testa
a non scordar che resta
oltre la morte
ma non è definitiva sorte.
Altra vita ci consegna umiliazione,
le Ceneri dicon infatti conversione
al Regno
e di esso penitenziale segno
del cammino quaresimale
dopo il Carnevale
a riportare ciò
che Cristo trasformò
in amore sulla Croce
e ai suoi fa udire la sua voce
di sequela:
spieghiamo perciò la vela
del nostro cuore,
al soffio del Signore.

Fra' Domenico Spatola
Poesia tratta dalla raccolta: Un anno con fra' Domenico. Poesie per ogni giorno dell'anno. 
In vendita presso la parrocchia 
Santa Maria delle Grazie in San Lorenzo ai Colli - Via delle Ferrovie 54 
Prezzo di copertina € 16,00 - Pagine 468
Il ricavato è in parte destinato al sostentamento del Centro San Francesco, la mensa dei poveri creata e gestita da Fra' Domenico e dai volontari. 

Fra' Domenico Spatola: Le Ceneri

Segno austero con cui la liturgia cristiana apre alla quaresima. Tempo di cammino e di crescita.  Spazio teologico è il deserto. Per andare al cuore del problema dell'uomo, nei tanti interrogativi esistenziali. Riflessione resasi urgente per trovare il filo del racconto. La vita narra il mistero dell'uomo e il senso ultimo del suo andare. Abbiamo bisogno di deserto per riaggiustare gli equilibri in disuso, ma che danno senso. Le ceneri non sono perciò richiamo di morte, ma vivacizzano attese e il percorso. Alla fine del deserto incontreremo il giardino fiorito (kepos) quello dell'idillio tra Gesù Risorto e la sua Comunità finalmente liberata.

Fra' Domenico Spatola

venerdì 21 febbraio 2020

Fra' Domenico Spatola: "Sarete segno..."

Gesù corregge
la legge
ai suoi
con un "prima" e un "poi".
Prima il taglione
evitava confusione,
Or ei propone
di perdonare,
se a schiaffeggiare
qualcuno prova ingegno,
dàgli un segno,
offrendo la guancia
che faccia bilancia.
Se in tribunale,
con fare sleale,
vuole inoltre portare
non farlo irritare
dando a quello
anche il mantello.
Se mille passi vuol fare con te,
di mille con lui fanne anche tre.
Dai a chi chiede
e dona con fede
a chi vuol soldi prestati
e da altri negati.
Avete inteso di amare l'amico,
ma io vi dico:
anche i persecutori
e avrete tesori
nel Regno,
e sarete segno
dell'amore di Dio
che non in oblio
fa cadere
parole sue vere.

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della settima Domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 5,38-48

38 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente39 ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; 40 e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41 E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. 42 Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; 44 ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45 perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. 46 Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48 Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Continuano "le antitesi" del Regno: "Avete inteso che fu detto... ma io vi dico". È lo stile dell'Alleanza inaugurata con le "Beatitudini". La legge mosaica del "taglione" ("occhio  per occhio...") serviva nell'antico a proporzionare la pena all'offesa. Lamec infatti per una scalfitura era pronto ad uccidere (cfr Genesi 4,24). Il  "nuovo" da Gesù proposto è l'alternativa a spezzare il cerchio della violenza: il perdono deve essere incondizionato anche per i nemici. Amare infatti solo i membri del proprio clan o tribù è usanza anche presso i pubblicani e i peccatori. Quando tuttavia si subisce un'onta, Gesù non transige sul rispetto della persona. Se lo schiaffo infatti viene dato alla "guancia destra", vi si accompagna anche il disprezzo. I padroni solevano infatti schiaffeggiare i loro schiavi col dorso della mano. Gesù, richiedendo di porgere "altra guancia", vuol ricordare all'offensore la non negoziabilità del rispetto per l'altro. L'insegnamento continua sul tema della pacificazione e l'invito è a trovare l'intesa con chi vuol trascinare in tribunale per togliere la tunica. Basta cedergli anche il mantello, anche se l'unica copertura per il povero nella notte. Al fratello richiedente un prestito, non voltare le spalle, a costo di rischiare la non restituzione. È infatti nell'esercizio dell'amore incondizionato ("agapàn") che il discepolo farà esperienza del "Padre", diventandone, per la somiglianza, "figlio". Conclusione: non può aver nemici, chi amerà come lui, che è "perfetto" perchè "fa splendere il sole sui buoni e sui cattivi" e, senza esclusione, manda a tutti la sua pioggia.

Fra' Domenico Spatola

venerdì 14 febbraio 2020

Fra' Domenico Spatola: San Valentino.

A san Valentino
si rinnova il provino
della promessa,
la stessa
d'ogni anno.
Non a danno
è questo giorno
ma a lusinga tutt'intorno,
rispolvera amore
o risveglia novel turgore,
per il tempo che incalza,
né sazia
vita,
ma un fiore,
un bacio,
e un regalo
non sembri cosa ardita:
vale pace
ed è capace
all'amato
di sentirsi innamorato.

Fra' Domenico Spatola

giovedì 13 febbraio 2020

Disse Gesù: "Son venuto..."

Della Legge non il liquidatore
e dei Profeti io son l'esecutore:
venuto non ad abolire
ma a compire
la pienezza
a interezza
anche nella guerra
tra cielo e terra
e, quando ogni cosa si sconquassa,
parola mia non passa.
Chi i miei precetti, 
ritiene minimi e imperfetti
e tali li capisce,
e, incauto, li trasgredisce,
insegnando a far lo stesso
a chi siede in suo consesso,
vi dico senza veli:
minimo sarà nei Cieli.
Chi invece li accoglie a segno
sarà grande nel mio Regno.
Vostra sia giustizia
più grande di quella che vizia
in Scribi e Farisei,
altrimenti sarete rei
e nel Regno non entrate.
'Non ammazzate'
avete inteso,
per non essere atteso
in giudizio,
ma, io vi dico che è anche vizio
chi s'adira col fratello
o lo tratta "stupidello".
Rischia pure se gli dice  "pazzo",
ché in Geenna finisce a razzo.
Se presenti tua offerta,
ma è sofferta
col fratello relazione,
lascia lì tua orazione
e vai con lui a riconciliarti.
Per la via fai patti
con l'avversario
e non aspettar lunario.
Cerca subito l'accordo
prima del giudice l'abordo
che ti manda in prigione,
e pagherai a profusione
fino all'ultima moneta,
e per molto sarai a dieta.
Poi sull'adulterio,
deleterio
è pure il guardo,
e per esso vai a traguardo.
Se occhio scandalizza,
o tua mano fa la bizza,
taglia tutto, e in Geenna
non andrai.
Meglio monco e farai
parte del divin Regno.
L'altro è il segno
di chi ha voglie
d'altra moglie:
non ripudi quella sua,
e mantieni quella tua.
Per gli antichi sol menzogna
è la gogna
e non si giura,
ma il mio divieto abiura
ogni giuramento:
e il parlare "Si" e "No"  sia  totale intendimento.

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Sesta Domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 5, 17-37

17 Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
20 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21 Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. 22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
23 Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
25 Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. 26 In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!
27 Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio28 ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
29 Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. 30 E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
31 Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio32 ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
33 Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti34 ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio35 né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37 Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.


Lunga prolusione a chiarimento della sua dottrina. Gesù ha esposto le Beatitudini e ha chiesto ai discepoli di esserne i garanti ("sale e luce del mondo"), ora legittima le sue fonti. Non recusa il fondamento della Legge e il messaggio dei Profeti anzi, sul loro solco, li porta a pienezza. Ma, affinché ne si possano cogliere i benefici effetti, bisogna accogliere anche i minimi insegnamenti del suo dettato per integrarsi nel Regno e divenirne credibili evagelizzatori. Il suo insegnamento supera l'essenziale previsto dalla Legge: non si uccide solo togliendo la vita fisica, ma esponendo al ludibrio e alla segregazione il fratello, col quale va ricostruita la pace prima di qualunque azione di culto. I consigli per i discepoli si fanno inoltre dettagliati e in termini di autentica spiritualità che superi i conformismi e le esteriorità criticate nella dottrina e condotta di Scribi e Farisei. La Geenna (l'immondezzaio di Gerusalemme) sarebbe immagine del fallimento del discepolo che si sottraesse alla fedeltà e onestà ribadite dalla Nuova Legge, e sintetizzate nel "Sì" e nel "No" che qualificano scelte coerenti e senza compromessi per il Regno.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto dipinto di Michelangelo

venerdì 7 febbraio 2020

Inizio nuovi corsi di Cresima

I corsi di Cresima hanno inizio a decorrere dal 29 febbraio 2020 tutti i sabati alle ore 16.30 fino a Giugno 2020.
Le iscrizioni sono aperte il sabato pomeriggio e la domenica mattina e pomeriggio presso la parrocchia Maria SS. delle Grazie in S. Lorenzo ai Colli - Via delle Ferrovie n. 54 - Palermo.

Fra' Domenico Spatola: Siete sale... siete luce...

Disse Gesù ai seguaci:
"Veraci
in voi sian mie parole
e ferme come mole:
della Terra siete il sale
che sol vale
se non perde sapore,
altrimenti è dolore
renderlo salato,
e perciò verrà gettato.
La gente lo calpesta
e nulla resta.
Voi del mondo siete luce:
non si adduce
lucerna sotto il letto.
È più corretto
ché lume non scabro
posto sia sul candelabro,
per lo scopo
di fare all'uopo
luce a quelli della stanza.
Con costanza.
lucente sia vostra vita,
e non da parassita,
così chi vede vostre azioni,
converta a Dio le  sue intenzioni,
al Padre che è nei cieli
manifesto in voi senza più veli".

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Quinta Domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 5, 13-16

Il sermone sul monte (seguito): I discepoli, sale della terra e luce del mondo
13 «Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli si renderà il sapore? A null'altro serve che ad essere gettato via e ad essere calpestato dagli uomini. 14 Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta. 15 Similmente, non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli».

Due gli elementi di risposta al proclama da Gesù offerto con le "Beatitudini" (cf Matteo 5, 1-12) che sostanziano la "Nuova Alleanza" da lui inaugurata sul monte. L'invito ad "essere sale della Terra" rivolto ai discepoli è per essere garanti del Testamento fondante l'alternativa del Cristo.  Merito del  sale era quello di ritardare la corruzione degli alimenti e, sparso su un documento testamentario, ne simboleggiava di conseguenza  la continua validità. I discepoli di Gesù con la loro vita dovranno validare la sua proposta. Come il sale non dovranno perdere sapore, cioè non smarrire ("impazzire") il senso della missione, altrimenti finiranno disprezzati dalla gente, come si disprezza e si calpesta il sale che non serve più a dar sapore. Analogo insegnamento è quello sulla luce.  Tema caro ai profeti e da essi rivolto a Israele o a Gerusalemme chiamata "luce delle Nazioni". Da Gesù tale è il ruolo dei discepoli, inviati a testimoniare, con le opere e l'annuncio, la Paternità divina manifesta esclusivamente in gesti vitali e solo  favorevoli agli uomini. La comunità di Gesù accoglie l'invio alla missionarietà dal Risorto, e col mandato di rendere credibile  la buona notizia, ossia il Vangelo.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: dipinto di Beato Angelico (1438)