giovedì 31 maggio 2018

Fra' Domenico Spatola: Maria Regina.


Madre e Regina,
ti volle Divina
l'Eterno
che ti fece perno
di nostra redenzione.
Con commozione
veniamo a te,
attratti dal Re
che, dalla croce,
con stessa voce
ti fece nostra madre
che Dio diede a noi padre.
Tuo mistero
cuor sincero
sa intercettare
e serbare
col pudore
con cui accogliesti in cuore    
segreto arcano:
per essere Madre dare dovevi a Dio tua mano,  
perché il suo Spirito t'inanellasse il dito.
Con stesso rito,
la nostra Umanità
ti accoglie madre
e t'offre fedeltà. 
Per noi sei Colei che il Creatore
rese madre di Gesù Signore
e pure nostra
e ciò la tua attenzione
lo dimostra.

Fra' Domenico Spatola


venerdì 25 maggio 2018

Fra' Domenico Spatola: Santa Trinità.


A te d'amore in segno
mi consegno,
nel giorno che la Chiesa
di gloria a te fa resa
in tutta fedeltà,
o santa Trinità.
Guardo al tuo mistero
sublime e vero
e al tuo fuoco centrale
ove regale
m'immergo a vanto
e sciolgo canto
a te, Amor paterno
il cui tepor materno
lo Spirito inonda
e Figlio si circonda
di umana natura,
a nostro saldo, rimasta duratura. 

Fra' Domenico Spatola 
Nella foto: Trinità - Mariotto Albertinelli 

Fra' Domenico Spatola: Disse Gesù risorto: "Sarò con voi sempre..."

Alto "il monte" additato
onde messaggio Gesù
avea annunciato.
Lo videro in vita
i discepoli
cui parve ardita
la vittoria
con cui aprì la Storia
a nuova sorte
debellata avendo anche la morte.
Li incoraggiava a non aver paura,
perché ormai da apostoli la statura,
di loro inviati a narrar Vangelo
e aprire a tutti visioni di cielo.
"Nel nome del Dio Trino"
era il bagno suo divino,
che rende innocente
l'immagine credente
garantita da sua presenza
di cui non può più stare senza.


Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Ascensione (Rembrandt) 


Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Domenica della SS Trinità (anno B): Matteo 28, 16-20

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Per l'evangelista Matteo, l'invito di Gesù Risorto ai discepoli era perentorio: lo potevano incontrare in Galilea, geograficamente a quattro giorni di cammino dal luogo della risurrezione. "Il monte" indicato era quello da dove, a manifesto, Gesù aveva dettato "le Beatitudini". Ubicazione teologica per quanti vogliono incontrare il Risorto.
In "Undici", dopo la defezione di Giuda, i discepoli erano dubbiosi sulle proprie capacità di potere condividere la gloria del Maestro, atterriti com'erano dal percorso da lui patito.
Gesù offrì a potere l'amore alla Parola che salva: "Evangelizzate e fate miei discepoli". Era il programma degl'inizi quando, invitandoli a sequela, li  aveva promossi a "pescatori di uomini".
Gli evangelizzati dovevano essere immersi ("battezzati") nel condiviso Amore del "Padre e del Figlio e dello Spirito Santo".
A garanzia: la Presenza da Gesù assicurata per l'intera Storia fino al compimento: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
Così "l'Emmanuele" ("Dio con noi") delle prime pagine del Vangelo, conferma permanenza nell'Umanità e condiviso ideale: il Cristo, fedele al Padre fino al dono della vita, con lo Spirito Santo che la perpetua nel tempo.

Nella foto: Ascensione (Tisi da Garofalo) 


giovedì 24 maggio 2018

Fra' Domenico Spatola: 26° anniversario di Giovanni Falcone


Di Falcone e della scorta
memoria nostra non rimanga corta.
Oltre cinque lustri
passati e noi, ancor frustri,
siamo a commemorare
coloro che, da vivi, ci stanno a ricordare
quanto il dono da loro offerto
sia stato grande perché sofferto.
Oggi il perdono
essi a condono
danno ad oltranza
a quella società che fè mattanza
di ideali loro
e tutti in coro
gridano che corretta
sia condotta, protetta
da loro sangue
che ancor langue
a rosso fuoco
svelandoci il non poco
di lor fatica
perché amica
sia nostra età agli ideali
che a loro furono fatali.
Loro idee non ree
continuano percorsi
con chi, senza rimorsi
e con coraggio,
di testa e gambe fa loro omaggio.

Fra' Domenico Spatola 


venerdì 18 maggio 2018

Fra' Domenico Spatola: A Pentecoste


Spirito gentile,
per il suo ovile
t'indicò testimone
il Figlio in commozione
per congedo dai suoi.
Tu, che sai e puoi,
guida noi
a verità
di fedeltà
al messaggio,
che, a coraggio,
Cristo offrì da croce.
Sei tu stessa voce
che addita il cammino
della Chiesa in destino
di sua Sposa
che, matura, osa
allo Sposo dare figli
con i tuoi consigli. 

Fra' Domenico Spatola 
Nella foto: Affresco devozionale su muro esterno, raffigurate il miracolo della Pentecoste a Donnas (Valle d'Aosta)

Commento di fra' Domenico spatola al Vangelo della domenica di Pentecoste (anno B): Giovanni 15, 26-27; 16, 12-15

Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Gesù, confortando i discepoli, rattristati dall'inattesa imminente sua morte,  invoca su di essi il Consolatore, lo Spirito Santo "Paraclito". Ne esplicita la provenienza ("procede dal Padre"), e ne si autoreferenzia mediatore ("manderò lo Spirito che procede dal Padre"). Dello Spirito dichiara il ruolo di "Testimone" nel processo intentatogli dal Mondo perché lo convinca che Dio è amore e gli uomini suoi figli.
Anche i discepoli saranno  testimoni, avendo condiviso con Gesù,  fin dal principio, l'amore per gli ultimi. Come guida, lo Spirito annuncerà che di verità Gesù è il maestro, e ne renderà intelligibile il messaggio: in ogni storia e in ogni luogo.
Non i pavidi arroccamenti ma "il nuovo" Egli annuncerà  in crescente pienezza di vita dalle radici ben fondate nella Tradizione senza pregiudizi o chiusure. Scopo è la pienezza di verità in ogni cultura, ritenuta "habitat" naturale del Vangelo,  che sul modello della Incarnazione, feconda di vitalità speciale senza rinnegarla.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Pentecoste (Giotto) 


domenica 13 maggio 2018

Fra' Domenico Spatola: Alla Vergine Maria

Sei Regina,
e tua missione divina,
materna,
squaderna
misteri di grazia,
e d’amore mai sazia.
Offristi tuo cuore,
da Madre, al Signore
e mostri a chi crede
forza di fede,
nell’acerbo dolore
del crocifisso Signore,
che allora
“Signora”
ti rese,
mentre tua prole cortese
a te volge lo sguardo
genuino traguardo
di vita
che additi infinita.


Fra' Domenico Spatola 



Fra' Domenico Spatola: Madre Mare e Luna
Raccolta di poesie dedicate alla mamma. 

Fra' Domenico Spatola: Festa della mamma - Dal libro: Madre Mare e Luna

Grazie, mamma,
concedimi gamma
più ampia di parole,
ché, a formularle, non ci son scuole,
e l’unica è “la tua” di tenerezza
che cuor carezza
nostalgia d’infanzia,
or discrepanza
con età canuta,
e tu, presenza muta
ed efficace tanto,
rimani vanto.
So che non ti appartieni,
e nulla per te trattieni,
ma per i figli son le tue attenzioni,
accompagnate da mille precauzioni:
inviti a non sudare,
a mangiare
e, quel che vale,
a non farsi male,
e altre raccomandazioni
ancor tue preoccupazioni.
Di tua bellezza mai sbiadita
racconto storia ardita,
quella di te e di me infante,
ma or di acque ne son passate tante:
eri mia morosa,
bella come rosa,
ardiva cuore ciò che or non osa:
essere tu la mia sposa.
Di tua beltà ancora indori
quanto tristi rende i cuori
la cui difesa dalle spine
è per te meta e non confine.
Oggi di profumati fiori
e di vivacità colori
cingo tua testa
perché è la festa
della regina che sa donare
amore che solo figlio può apprezzare.





Fra' Domenico Spatola: Madre Mare e Luna.
Raccolta di poesie dedicate alla mamma.
Prezzo di copertina € 12,00




venerdì 11 maggio 2018

Fra' Domenico Spatola: Palermo alla frutta?

Ce l'abbiamo messo tutta.
Chi? noi tifosi
che ci siamo fatti sposi
di stesso tuo ideale.
Ma che vale?
Al punto dove siamo
speranza a lumicino noi abbiamo.
Un cero accenderemo
alla Santa cui daremo
affetto e canto
perchè vogliamo il vanto
che riscatti nostra gioia
per sfuggire alla paranoia
che ci mettono i tuoi tiri
quando pare che non miri
alla porta d'avversario
e la tua scarpa fa il divario
con i gol ad altrui favore.
Metti l'orecchio nel nostro cuore,
come batte per la A:
la serie nostra non è qua
nella Bi
e diciamo  Sì
al tuo sforzo che distrugga
e a noi paura fugga.
Metti fatale
pietra tua tombale
al passato vergognoso
che ricordare non oso.
Risorgi con la tua mossa
e al Cesena spezza l'ossa.
Facci tutti ancora sperare
che nostro sogno si può avverare.


Fra' Domenico Spatola 


Fra' Domenico Spatola: Ascensione


Gesù,  ai tuoi
dicesti poi
che andavi.
E ad essi, sgomenti
e dai visi scontenti,
coraggio
infondevi, a saggio,
che il Padre è "la meta",
la stessa che acquieta
ansia presente e futura
con la fede più matura.
Prematuro quanto bello
per loro fu il modello
che imita te
e l'offrivi da Re
a non dominare
ma a servire,
cosa che, a udire,
li lasciò però sconvolti.
Ora raccolti
noi in orazione,
vediamo tua ascensione
nella sfera
senza più sera,
e in stesso cammino
che additi alla Chiesa
per la cui difesa,
mandi lo Spirito in missione
che sia passione
d'annunciare  la salvezza
nella forma più gioiosa in pienezza.

Fra' Domenico Spatola 


Fra' Domenico Spatola: L'Ascensione secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Unico tra i quattro Evangelisti, Luca offre, della "ascensione di Gesù al cielo", una visione plastica, traducendo un modello culturale del suo tempo e utilizzando una icona del passato. La cosmologia lucana si strutturava considerando il cielo quale sede divina e la terra quale abitazione degli uomini. Per entrare nella dimensione alta si suppone una materiale elevazione. Ma il racconto ha soprattutto la valenza teologica, che la liturgia celebra in riferimento alla Pentecoste. L'episodio di Elia profeta e del discepolo Eliseo ne costituiscono il modello.  Quando si avvicinò infatti per Elia il momento di "andare", il discepolo gli chiese, in eredità, lo spirito profetico.  Elia rispose che l'avrebbe ottenuto se, nel momento di salire al cielo, l'avesse visto andare. In quel momento passò il carro di fuoco su cui salì Elia, ed Eliseo ne ereditò lo spirito. Luca collega così i due eventi  sullo sfondo della consegna del testimone tra i due vati  dell'Antico Testamento. Anche gli Apostoli vedono ascendere Gesù in cielo perciò ne erediteranno lo Spirito a Pentecoste.
Con l'ascensione perciò Gesù non si allontana dai suoi, ma, come dice in Giovanni: "vado al Padre e ritornerò a voi". Con Matteo veniamo rassicurati da Gesù stesso: "Io sarò con voi fino al compimento della storia".
La sua presenza la si sperimenta in ogni Eucaristia e nel mandato che ne consegue: "amatevi come io vi ho amato",  e in missione universale.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Ascensione - Giotto 



mercoledì 9 maggio 2018

Fra' Domenico Spatola: Grazie a Peppino Impastato


Un grido disperato nella notte 
fu al boato al seguito delle lotte
nell'attonito paese
ove Peppino non si arrese
ai ricatti della mafia e all'ingiustizia
di zio Tano per lui "il Seduto"
cui chiese il conto già scaduto
di sua ingiusta crudeltà.
Ma combatteva quel evento
come contro il mulino a vento.
Non si fermò il buon Peppino
cento passi segnarono il  destino.
Era distanza dalla casa dove i patti
eran misfatti
della criminalità. 
Impastato a ragione di tanta onestà.
Quaranta anni son passati e il suo grido ancor risuona
perché quel prezzo in cuor rintrona
già pagato
per tutti noi da Peppino Impastato. 
Accogliamo suo messaggio
da eroe di gran coraggio,
e liberiamo questa terra dalla erba che uccide come guerra
e impedisce che il futuro sia il bene duraturo.

Fra' Domenico Spatola 


lunedì 7 maggio 2018

Fra' Domenico Spatola: Madre Mare e Luna


La nuova raccolta di poesie di Fra' Domenico Spatola dedicata alla Mamma, e al misterioso legame tra Lei, il Mare e la Luna. 
Pagine 104 - Prezzo di copertina € 12,00
Acquistando il libro dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it contribuirai al sostentamento della Missione San Francesco, la mensa dei poveri di Fra' Domenico Spatola, dove ogni giorno più di cento bisognosi trovano un pasto caldo, servizi doccia, vestiti e assistenza medica gratuita. 





Fra' Domenico Spatola: Madre Mare e Luna.

Pagine 104 - Prezzo di copertina € 12,00

 

Sulla “mamma” mai si dice abbastanza.
Ogni discorso su di lei tende a riappropriarsi dei balbettii d’infanzia rimasti in memoria, intingendo la penna nell’inchiostro del cuore.
Primordiale è dei battiti del cuore la percezione del suono più caro in suo grembo, onde profondono le radici di vita in lei maturata a tenerezza.
Ho ripensato le sensazioni senza tempo degli innocenti vagiti. Esperienza che tutti accomuna, snidandoli da cuore più che da memoria, tesoro serbato e all’occorrenza propizio a voglia di madre.
Ho adottato del bambino la cantilena in versi e assonanze echeggianti il dondolìo dei primordi tra sue braccia. Ora essa è cullata in moine e nenie d’affetti nel crescendo di riscoperta dell’amica di sempre, e del  nutrimento prodigioso di suo latte fino alle lotte improvide, che esistenza prepara. 
Speculari le analogie con la Luna e col Mare, per legami accomunanti acque amniotiche, promogenie in vita di mare le cui onde con le maree la luna governa.

 

Fra’ Domenico Spatola

venerdì 4 maggio 2018

Fra' Domenico Spatola: TI ASPETTO

Rivivremo momenti emozionanti, retaggio dell'infanzia in nome del bambino che continua a vivere in noi.
Ci riapproprieremo del tempo nostalgico per vivere meno severamente l'attuale.
Parleremo di lei, della MAMMA, che Dio ha delegato ad amarci come lui stesso.
Non mi deludere... ti aspetto alla libreria VOGLIA DI LEGGERE di VIA PACINOTTI 42
domani 5 maggio alle ore 17:00

Fra' Domenico Spatola: Cascata d'amore.


A equazione
raccontasti passione
di stesso amore,
Signore,
a te dal Padre donato
e a noi affidato
sulla  mensa
in amicizia più intensa,
e, perché tu non eri
padrone,
non a servi ma ad amici affidavi missione
stessa sulla mensa
nell'offerta più immensa
del pane spezzato
e del sangue versato.
Regalo sì forte
cambiò nostra sorte
or gioiosa in danza vitale
per l'offerta tua ardente che vale.
Solo volevi tal dono
al fratello donato a perdono.




Fra' Domenico Spatola
Nella foto: dipinto di Valentine de Boulogne 1625

Commento di fra' Domenico Spatola al Vamge della Sesta Domenica di Pasqua: Giovanni 15, 9-17

  
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Amatevi gli uni gli altri
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. 

All'invito a "rimanere in me", Gesù, del suo "amore" commenta la qualità e la derivazione: è lo stesso di quello dal Padre "in lui" versato e "da lui" donato. Il "come" bilancia, a equazione, le due parti: l'amore del Padre al Figlio e da Questi a noi. Unica condizione per rimanere nel circuito virtuoso, è osservare il "suo" comandamento: "Amatevi, come io vi ho amato". Inedito fino a quel momento, il precetto origina gioia, e ne garantisce l'abbondanza.
"Si ha più gioia nel dare che nel ricevere". Paolo apostolo attribuisce la paternità di questa espressione al Signore Gesù.
L'amore più grande è di Colui che dà la vita per gli "amici". Tema che chiarisce la nuova relazione con Dio, sconfessando il convincimento imposto dalla Legge, di essere "servi" di un Dio "padrone", e apre a relazioni d'amicizia senza più "segreti". L'iniziativa è di Gesù che "come i tralci nella vite" chiede di "portare frutto abbondante e duraturo". L'esito è garantito. Assimilati al Figlio, il Padre non disattenderà alcuna richiesta, nel suo "nome".
Importante è il frutto: stesso amore, accolto e donato, come da lui.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Dipinto di Antonio e Remigio Cantagallina