giovedì 17 luglio 2025

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Sedicesima domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 10, 38-42

 

38 Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39 Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40 Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41 Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42 ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

Entrò nel villaggio. Da lottatore. Doveva smantellare pregiudizi atavici che ostacolavano il suo messaggio. Il villaggio era infatti il luogo dove la tradizione attecchisce e, con fatica, si può sradicare. A rappresentare la ideologia che tutto va meritato secondo la Legge, era Marta, "distolta dai molti servizi", mentre "il nuovo" era rappresentato da Maria, "la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua Parola". Per Marta era impensabile che una donna divenisse discepola, perché il suo ruolo era scritto dalla tradizione. Per Marta dunque la sorella, per la scelta fatta, era una "perditempo". La spronasse dunque il Signore a tornare al suo ruolo in cucina, "da serva". S'impettò con lui, cui - a suo dire - "non importava nulla che la sorella l'avesse lasciata sola a servire!". Chiedeva collaborazione in ciò che Gesù non condivideva. Gesù non era venuto per ricevere da lei il cibo, ma per darle la sua Parola, e "Maria aveva scelto la parte migliore, che non le sarà tolta!".

Fra' Domenico Spatola


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