venerdì 31 marzo 2017

Fra' Domenico Spatola: Lazzaro non è morto ma dorme!

A quella tomba chiusa a
oltraggio
a speranza umana di vita tale
che immortale
annunciava tua Parola,
ti ribellasti, Signore,
con tuo pianto
perché non poteva finire così tuo
vanto
creato a incanto di tua
somiglianza.
"Lazzaro non è morto!"
dicesti "è sol nell'orto,
qual seme
a germogliare futura speme".
T'irrisero per tale sicurezza,
coloro che certezza
avean di morte:
triste sorte
degli umani irrisi dalla beffa che
ideali di vita duratura non è
progettazione sua futura.
Imponesti apertura dell'avello,
era per te fiore all'occhiello,
che il mondo conoscesse
giunto al fine che nascesse
in cuore
che più forte della morte era
l'amore.
Così da quella tomba da quattro
giorni chiusa
poteva solo uscire fetor di morte,
ordinasti con parole corte
che uscisse di Marta il fratello,
or più bello
perché liberato
dai lacci con cui morte l'avea
avvinghiato.
Sol comando lasciasti a tua
Comunità:
nuova solidarietà
a "lasciarlo andare",
perché ormai col Padre egli
poteva stare
in stesso grembo che è del Figlio,
avendone in sua vita preso
consiglio
di condividerne nuova vita
che felice sorte gode infinita.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: La resurrezione di Lazzaro, Guercino 1619

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