venerdì 4 maggio 2018

Commento di fra' Domenico Spatola al Vamge della Sesta Domenica di Pasqua: Giovanni 15, 9-17

  
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Amatevi gli uni gli altri
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. 

All'invito a "rimanere in me", Gesù, del suo "amore" commenta la qualità e la derivazione: è lo stesso di quello dal Padre "in lui" versato e "da lui" donato. Il "come" bilancia, a equazione, le due parti: l'amore del Padre al Figlio e da Questi a noi. Unica condizione per rimanere nel circuito virtuoso, è osservare il "suo" comandamento: "Amatevi, come io vi ho amato". Inedito fino a quel momento, il precetto origina gioia, e ne garantisce l'abbondanza.
"Si ha più gioia nel dare che nel ricevere". Paolo apostolo attribuisce la paternità di questa espressione al Signore Gesù.
L'amore più grande è di Colui che dà la vita per gli "amici". Tema che chiarisce la nuova relazione con Dio, sconfessando il convincimento imposto dalla Legge, di essere "servi" di un Dio "padrone", e apre a relazioni d'amicizia senza più "segreti". L'iniziativa è di Gesù che "come i tralci nella vite" chiede di "portare frutto abbondante e duraturo". L'esito è garantito. Assimilati al Figlio, il Padre non disattenderà alcuna richiesta, nel suo "nome".
Importante è il frutto: stesso amore, accolto e donato, come da lui.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Dipinto di Antonio e Remigio Cantagallina 

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