venerdì 1 novembre 2019

Fra' Domenico Spatola: "Son venuto per salvar ciò ch'è perduto"

A Gerico, Zaccheo,
pubblicano ricco e reo,
su tutti alzava cresta
ma ora egli s'arresta
ai piè di un sicomoro
e, furtivo e con decoro
vi sale, da niun visto,
per vedere egli il Cristo
che vi passava accanto.
Il popolo, ch'era tanto,
a lui, per natura
corto di statura,
impediva di vederlo.
S'appollaiò qual merlo,
e Gesù verso di lui:
nessun vedeva a cui
egli si rivolgesse,
perché le membra stesse
nascoste eran tra foglie,
ma a lui dichiarò sue voglie:
"Zaccheo - gli disse -, scendi
e subito riprendi
la via di casa tua!".
Gli dichiarò la sua
volontà di rimaner con lui!
Finiti i tempi bui
erano per Zaccheo,
ma il fariseo
criticò il Maestro
che al peccatore il destro
offrì ad esser recuperato.
Zaccheo, ormai salvato,
disse nel cuor di quella cena:
"Signore, so che oscena,
è stata la mia vita,
perciò sarà ardita
mia proposta:
so quanto mi costa,
darò agli indigenti
metà dei miei proventi,
e chi fu derubato,
quattro volte verrà pagato!"
Il Signore, con franchezza:
"In questa casa è già salvezza.
Accogliete mio consiglio:
pur Zaccheo d'Abramo è figlio.
E io sono venuto
per salvar ciò ch'è perduto!".

Fra' Domenico Spatola

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