venerdì 18 ottobre 2024

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della domenica XXIX del tempo ordinario (anno B): Marco 10, 35-45

 
35 E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». 36 Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: 37 «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38 Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». 39 E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
41 All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. 42 Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. 43 Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, 44 e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. 45 Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Più del peccatore, l'arrogante e l'ambizioso impediscono a Dio l'esercizio della sua misericordia. L'occasione fu offerta dai discepoli, Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, altrove detti anche "figli del tuono"
("Boanèrghes") . Avidi di potere, pretendevano da Gesù i posti accanto a lui nel conquistato governo di Israele. Avevano rimosso anche il terzo e definitivo annuncio da lui dato sulla sua imminente morte. Refrattari, si fidavano esclusivamente del Messia, quello atteso da Israele, "il figlio di David". Così rendevano impenetrabile in loro l'insegnamento del Maestro. Si avvicinarono a chiedere i due posti, a destra e sinistra, alla conquista del suo nuovo trono. Li interrogò. Dessero da se stessi la risposta: "Potete bere il calice... ed essere battezzati nella stessa mia acqua?". Alludeva alla sua imminente morte in croce. Presuntuosi, dissero: "Lo possiamo!", ma quando sarà il momento fuggiranno. Sottile fu l'ironia del Signore: quei posti toccheranno agli eletti dal Padre. Saranno i due accanto a lui, i malfattori crocifissi. I dieci compagni indignati, per la furbata, erano infatti accomunati dalla stessa ambizione. Gesù li radunò tutti e Dodici, per metterli in guardia dalle ipocrisie dei potenti della terra, e proponendo loro se stessi quale esempio da seguire, perché venuto per servire e dare la vita per tutti.

Fra' Domenico Spatola 

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