venerdì 9 ottobre 2020

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della XXVIII domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 22, 1-14


1
 Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: 2 «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. 3 Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. 4 Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. 5 Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6 altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
7 Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8 Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; 9 andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. 10 Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. 11 Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, 12 gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. 13 Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. 14 Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

La parabola (terza all'indirizzo dei capi sacerdoti e farisei) evidenzia, con l'invito iterato del Re (Dio) a partecipare al "banchetto delle nozze del Figlio", il tragico rifiuto di Israele e il conseguente subentro dei popoli nel Regno. Quel invito infatti i primi destinatari lo declinarono per opportunismo e convenienza, vera causa del rifiuto. Il Re vuole magnificenza per il Figlio e non intende sfigurare nel banchetto, non badando a spese: buoi ingrassati e animali cucinati per il pranzo. Allettante l'offerta ma non irresistibile per gli invitati, distratti fino al disprezzo dei messaggeri e spietati da ucciderli. Sono adombrati i profeti che, lungo la storia d'Israele, non ebbero fortuna nell'annuncio di conversione. È nella dinamica del dramma l'insistenza del Padre, che invia altri servi. A differenza della parabola dei "vignaioli omicidi", in questa il Figlio è presente per cui l'allusione del secondo invio riguarda gli apostoli. Ma il rifiuto ostinato provocherà la severa condanna, ad opera dei Romani che distruggeranno Gerusalemme (anno 70 e.c.). La festa va comunque fatta, e altri saranno gli invitati, essendo i primi rivelatisi indegni. Vadano i servi a chiamare, tutti i residenti nei "crocicchi", habitat fuori le mura e le zone lastricate della città. Vi sono i pagani, gli emarginati dalla Legge e dalla religione d'Israele. La sala del banchetto si popola. Il Regno si riqualifica, manifestando la sua "missione universale". Unica è la clausola esigita per l'ingresso. Un partecipante non possiede la veste nuziale, quella della conversione. Gli mancano le opere di bene e la volontà del perdono, che impone di lasciare l'offerta sull'altare e andare a riappacificarsi, col fratello. Condizione non negoziabile, cui le Comunità radunate per Eucaristia dovranno a attenersi, pena "la tenebra e lo stridore dei denti", a sentenza del dichiarato fallimento.

Fra' Domenico Spatola 

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