venerdì 25 dicembre 2020

Fra' Domenico Spatola - Natale 2020: Betlemme addormentata...


I pastori stavano attenti a non svegliare la città addormentata. Non per galateo, ma per paura: terrorizzati di essere braccati nella notte e forse uccisi, molti decreti c'erano contro di loro perché malpagati e ladri. Dichiararono perciò la fretta di andare per ritornare al più presto. Avevano paura, ma non potevano eludere l'invito dell'Angelo ad andare. Armati di roncole, randelli e bastoni nodosi per difendersi. D'intende a prevenzione. "Facciamo presto!" diceva chi si riconosceva il carisma di capo. Betlemme, sprofondata nel sonno, perché colpevolmente ignara e disattenta alle Scritture. Raro si sentiva anche l'abbaiare di qualche cane, in lontananza. Fioche luci di lanterne tremolavano proiettando ombre. Sinistre? Non lo sapevano ancora, ma evitavano il peggio, attenti anche al rumore del calpestio sul selciato. Avanti i coraggiosi, seguiti dagli anziani e dai paurosi. I giovani tenevano per mano mogli e fidanzate. "Anche quelle?" Mi chiederete. Non c'erano regole, tra i pastori, che lo proibissero. E chi le poteva trattenere? Curiose, da mamme o che lo sarebbero presto diventate, volevano vedere quel Bimbo che particolarmente le intrigava. Trovata la via: "accanto alla più grande - era l'indicazione - dov'è la fontanella. A pochi passi, busserete". In loro soccorso venne provvidenziale, in quel momento, un vagito dall'interno, accompagnato dalla nenia della mamma, che provava ad addormentarlo. Origliarono per qualche istante e, dopo, un profondo respiro, il capogruppo bussò. Dall'interno la voce, ansiosa ma energica, era di Giuseppe. Avevano comprensibilmente suscitato sospetto.
"Chi è?"
"Noi!"
"Noi, chi?"
Qualcuno avvertì disagio. Con parole smozzicate lentamente eppure comprensibili, chi aveva bussato mostrò cortesia inusuale da non sembrare più lui:
"Siamo - disse - i pastori del vicino campo, venuti per vedere il Bambino che è nato. Così hanno detto gli Angeli!"
Pesò per un attimo il silenzio, quando dall'interno riprese la voce, accompagnata dai vagiti: 
"Quali Angeli?" chiese.
Legittimamente avrebbe potuto tuttavia sospettare il complotto il povero Giuseppe, se negli ultimi mesi, tra i più inquieti della sua vita,  non avesse anche egli avuto a che fare con queste strane Creature. 
"Che vi hanno detto?" 
"Che questo bambino è nato per salvarci, e dorme nella mangiatoia come i nostri bambini quando nascono". 
Si fece coraggio, tolse il ferro e aprì, anche se non ancora per lui non erano finite del tutto le sorprese di Dio. Restò male alla vista di quei lerci e maleodoranti, ma si commosse al loro sguardo semplice e con in mano i doni che suppose fossero per il Bambino. Sorrise al pensiero che tra poveri si è solidali. Accolti, i pastori vollero intrufolarsi fin nell'interno della casa, nel luogo della mangiatoia, per vedere il Bambino, incuranti persino delle infezioni rituali dalla "impurità" della puerpera, che iniziava  la sua "quarantena" da impura, per la Legge di Mosè. I pastori non avevano pregiudizi, d'altronde per la stessa Legge chi era considerato più impuro di loro?  "Videro... il Bambino nella mangiatoia" e lo adorarono. Poi raccontarono, degli angeli e della missione, a Maria e a Giuseppe, che apprendevano stupìti del Dio che, scompaginando regole, stravolgeva le ideologie umane su di lui. "Aveva avvolto con la sua luce gli irredimibili peccatori!"
Tornarono i pastori alle greggi, col canto degli angeli più vicini a Dio sulle labbra. "E Betlemme?"  chiederete voi. "Ignara e non curante, continuò a dormire".

Fra' Domenico Spatola

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