14 Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.
Matteo 2:19-23
13 Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».
19 Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20 e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». 21 Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. 22 Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea 23 e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
La "Terra promessa" si era trasformata in "Terra di schiavitù e di morte", bisognava perciò scappare. L'evangelista Matteo anticipa negli episodi dell'infanzia di Gesù i tragici avvenimenti che svilupperà nel Vangelo. Partiti i Magi, Dio intervenne a proteggere la vita del Bambino dalle mire criminali di Erode. Gli disse di "fuggire con la madre e il Bambino". Lo invitò a restare in Egitto finché non lo avesse avvertito. Erode infatti da "re illegittimo" era sospettoso di chiunque volesse togliergli la corona. Per tale gelosia, aveva eliminato una decina di familiari, tra cui tre figli e l'ultimo qualche giorno prima di morire. Era la risposta del potere al dono di Dio che è la vita, come in passato il faraone aveva tentato di uccidere Mosè. La fuga di Gesù fu come quella del popolo ebraico dalla terra di schiavitù, nella notte della Liberazione. E come aveva profetato Osea "dall'Egitto richiamerà suo Figlio". Morto Erode, l'angelo tornò in sogno a Giuseppe perché entrasse in terra di Israele essendo morti quelli che cercavano il bambino per ucciderlo. Gesù si rivelava come il nuovo Mosè. Con l'episodio l'evangelista in filigrana ricordava l'esodo. Aggiunse che erano morti coloro che cercavano di uccidere il bambino. Non dunque soltanto Erode, l'evangelista teneva presenti quelli della istituzione religiosa che daranno la morte a Gesù: farisei, sacerdoti e anziani del popolo. La élite religiosa che si scatenerà contro di lui.
Giuseppe entrò nella terra di Israele anticipando il processo di liberazione (nuovo esodo) che Gesù compirà. Egli, saputo che in Giudea regnava Archelao, il figlio di Erode crudele quanto il padre, non volle andarci e, avvertito in sogno, si ritirò nella Galilea, la regione disprezzata da Isaia che l'aveva sette secoli prima nominata "Galil" ossia distretto dei pagani, senza darle un nome. Andò ad abitare a Nazareth. "Poco di buono" la definì Natanaele. Il Nome per l'evangelista alludeva a tre possibili matrici: "Nazareno" da "neser" che significa "consacrato" o da "nazir", "germoglio" come da profezia di Isaia, e infine da "Nazareth", la provenienza storica di Gesù.
Fra' Domenico Spatola

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