venerdì 18 agosto 2017

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XX Domenica del tempo ordinario: Matteo 15, 21-28

Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita

Commento al Vangelo 

Dintorni di Tiro e Sidone. Gesù vi si rifugia, perché territorio pagano. Fugge da una minaccia di morte. Ha osato abbattere la barriera tra "puro" e "impuro". 
"Nessun cibo inquina l'uomo", aveva detto, rivelando la vera fonte di inquinamento: il cuore dell'uomo che produce pensieri tristi. Avere negato il punto di forza su cui si fondava "la diversità" di Israele dagli altri popoli, lo rendeva nemico di Mosè e della Legge. Meritevole di morte, dunque, per blasfemia. In terra pagana si trova al sicuro.
Una donna del luogo "cananea" ne approfitta chiedendogli aiuto per guarire la figlia. 
Inconsapevole, ella compie un paio di errori, che provocano in Gesù una reazione apparsa strana. Lo invoca "figlio di Davide", lo ritiene dunque il messia atteso per risolvere la superiorità di Israele su tutti i popoli con la violenza e la guerra. 
Gesù, come a specchio le mostra quali le conseguenze di tale ideologia.
Dichiara di essere stato mandato esclusivamente per Israele e che il pane dei figli non va dato ai cani. Proprio così. Ma questo non è il suo pensiero, piuttosto quello di coloro che, come essa, vogliono "il figlio di Davide". 
La donna, pur mantenendo la sua idea, la promuove alla disponibilità nei confronti anche dei pagani ritenuti "cani". Esprime la sua fiducia nella prodigalità di Dio che rende abbondante quella mensa, così che "anche i cani potranno nutrirsi di ciò che cade". La sua fede, che commuove Gesù, sarà la ragione della guarigione della figlia. 

Nella foto: Cristo e la Cananea di Annibale Carracci 

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