venerdì 4 agosto 2017

Fra' Domenico Spatola: La Trasfigurazione di Gesù

Sull'alto monte,
Gesù volle condurre
i discepoli più riottosi nel seguire;
avevano infatti, a lor discolpa,
sempre qualcosa da ridire,
soprattutto quando Gesù
parlava della sua morte,
altra sorte
del Messia immaginato.
Così, dopo annunciato
che Cristo, vituperato,
finito sarebbe sulla croce,
una fu la voce
a contestare:
quella di Pietro,
sempre restìo a indietro
ritornare.
Sei giorni dopo la impossibile
intesa,
volle condurre Pietro e di
Zebedeo i figli,
che non accoglievano consigli
se non di comandare,
Giacomo e Giovanni
costringendo Gesù a riparare lor
danni.
Mentre erano sulla vetta,
Cristo in fretta
suo volto illuminò
come il sole
e suo vestito fu bianco a
splendore.
ai due lati,
apparvero gli antichi vati:
uno era Mosè
che imposto aveva la Legge
come un re,
l'altro era Elia,
lo zelante profeta sempre in via
a corregger mire
così che a tutti amava dire:
"Con assoluta certezza vi
comunico
che Dio è unico,
il suo nome è Iahvè
e guai saranno per chiunque
al posto suo si farà re!"
Era risaputo che promessa sua
non volava senz'ala,
esperienza ne aveano fatta i
sacerdoti di Bala. Parlavano da
lungo tempo tra loro tre
sul passaggio di Gesù,
quando Pietro, a tu per tu,
si volse a lui,
interprete anche del pensiero
altrui:
"Di tende - disse - ne facciamo
tre:
una sarà per te,
e l'altra per Mosè
e per Elia!"
Mostrò di non sapere cosa sia
buona creanza,
e senza titubanza
aveva fatto Gesù "gregario" di
Mosè,
chè, a suoi occhi, appariva
sempre lui il re.
Ma la divina  nube luminosa
avvolse minacciosa
il richiedente
che ancor mostrava di non capire
niente,
cioè che sol Gesù è il Figlio
d'ascoltare,
mentre gli altri due son da
rottamare,
avendo ormai compiuta lor
missione
quella di preparare del Figlio la
passione,
spettando a lui essere il Messia
e non a Mosè e neppure a Elia.
Ritornato alla realtà,
Pietro mostrò di non accettare
l'aldilà,
l'oltre la morte,
che per lui continuava a rimanere
l'eludibil sorte.

Fra' Domenico Spatola.
Nella foto: La Trasfigurazione del Bellini.

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