venerdì 20 luglio 2018

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della XVI Domenica del Tempo Ordinario (anno B): Marco 6, 30-34


Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 

Baldanzosi, per l'insperato successo, i discepoli di Gesù erano tornati dalla missione.  Li aveva inviati ("apostoli") ad "evangelizzare", ma essi, disattendendo alla missiva, avevano insegnato un messaggio altro da quello affidato. "Evangelizzare" era trasmissione del "nuovo" annuncio, mentre "insegnare" comportava la spiegazione delle Scritture: compito arduo che Cristo riservava a sé. Il "regno" da loro annunciato non era quello "dei Cieli", ma "di Davide" e del Messia "suo figlio", venuto finalmente a combattere i nemici d'Israele, garantendone la supremazia nella Storia. Il resoconto fu deludente e Gesù, per porre rimedio, li condusse nel deserto, lo spazio ideale per ogni processo di liberazione. Ma la gente, irretita dal loro annuncio, accorse precedendo i discepoli nel luogo dove in barca erano diretti. Era un flusso interminabile di gente illusa, da causare in Gesù "compassione perché gregge senza pastore".
Comprese che essa non cercava lui perché non idonea era stata la dottrina annunciata, si fece esclusiva guida e maestro "spezzando" per quelle folle, insieme al vangelo,  il suo pane.

Fra' Domenico Spatola 



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