venerdì 21 gennaio 2022

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Terza Domenica del tempo ordinario ( anno C): Luca 1, 1-4; 4, 14-21


Luca 1,1-4

1 Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, 2 come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, 3 così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, 4 perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

Luca 4,14-21

14 Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
16 Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
18 Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
19 e predicare un anno di grazia del Signore.
20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».


Il Vangelo odierno colleziona due brani distinti dell'Opera lucana. Il primo (1, 1-4) è proemio all'intero Vangelo; il secondo (4, 14-21) narra gli inizi (scabrosi) dell'attività di Gesù nella scalcinata e turbolenta sinagoga di Nazareth. Nella prima parte, l'autore dà le motivazioni del "resoconto ordinato" che ha fatto all'illustre Teofilo, cui intende garantire "solidità degli insegnamenti ricevuti". Il destinatario è "illustre", perché conoscitore della storia e delle tradizioni del suo popolo. L'identikit orienta a pensare che si tratti di uno Scriba, dottore della Legge. Per dare garanzia di veridicità, Luca parla dei "testimoni oculari da lui definiti "ministri della Parola", come le "fonti" da cui ha attinto. Dichiara inoltre accurata, la sua indagine, fatta su ogni cosa, scritta o detta, che circolava "fin dall'origine". Nel brano, tratto dal capitolo quarto, è narrato di Gesù il rientro in Galilea, rivestito di "potenza dello Spirito", quale investitura messianica da "Servo sofferente", dopo il battesimo nel Giordano. Stride, a fronte della favorevole accoglienza dell'intera regione per la fama per cui "tutti lo lodavano", la dura resistenza di Nazareth "dove era stato allevato". Quel rifiuto diventò totale rottura fino al tentato omicidio. In sinagoga, dove di sabato, come al solito, era entrato per la liturgia, L'arcisinagogo gli propose la lettura di un testo di Isaia. Gesù scelse l'inizio del capitolo 61, applicando a sé la "consacrazione del Messia". Lo volle come biglietto di presentazione. Lesse: "l'unzione del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato". Continuò con "l'invio ai poveri per il lieto annuncio, e dare ai prigionieri la liberazione, la vista ai ciechi e la libertà agli oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore". Fermò la lettura al versetto che non lesse mentre tutti l'aspettavano: "inaugurare il giorno di vendetta del Signore" contro i nemici d'Israele. Riconsegnato il volume, applicò a sé quelle parole e il commento fu lapidario: "Oggi si è compiuta questa Scrittura per voi che mi ascoltate!"

Fra' Domenico Spatola

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