Pubblicato da Fra' Domenico Spatola su Giovedì 30 aprile 2020
Volli emigrare, lontano, tra stelle, e guardare da quelle la terra vitale: la vidi sbocciare, qual rosa a dolore... e compresi l'amore. - Fra Domenico Spatola.
giovedì 30 aprile 2020
Diretta di fra' Domenico Spatola del 30 aprile 2020: Vangelo di Giovanni 6, 44-51
Al fratello Antonino Giacalone
Con dolore apprendo la notizia che il confratello cappuccino frate Antonino Giacalone (classe 1954) è deceduto nell'ospedale di Trapani dove era in attesa per un'operazione di calcoli alla colecisti. Ricordo di lui la bontà e la mitezza. Sempre disponibile ad aiutare con grande generosità. Affabile nei modi, e tra i primi a innovare mediazioni comunicative perché esperto di telematica, già nelle prime fasi nell'utilizzo della tecnologia. Fu per diverso tempo anche segretario del superiore provinciale, e qualunque frate poteva accedere a lui senza remore o paura di restare disatteso. Grazie frate Antonino, o come amavamo confidenzialmente chiamarti "Ninni". La tua fisionomia di grande pacioccone nascondeva una grande sensibilità di cuore. Siamo in quest'anno di dura prova, provando ad assorbire il dolore del distacco.
Ti lasciamo andare al Padre, come ci invita a fare Gesù, consapevoli che pregherai per noi che hai amato, e continui ad assistere dal grembo del Padre che Cristo ti ha meritato.
Grazie ai confratelli che solidari:zzano col nostro dolore nella preghiera e con tanto affetto. Cristo è Risorto! Alleluia!
Ti lasciamo andare al Padre, come ci invita a fare Gesù, consapevoli che pregherai per noi che hai amato, e continui ad assistere dal grembo del Padre che Cristo ti ha meritato.
Grazie ai confratelli che solidari:zzano col nostro dolore nella preghiera e con tanto affetto. Cristo è Risorto! Alleluia!
Fra' Domenico Spatola
mercoledì 29 aprile 2020
Diretta di fra' Domenico Spatola del 29 aprile 2020: Vangelo di Giovanni 6, 36-43
Pubblicato da Fra' Domenico Spatola su Mercoledì 29 aprile 2020
martedì 28 aprile 2020
Diretta di fra' Domenico Spatola del 28 aprile 2020: Vangelo di Giovanni 6, 30-35
Pubblicato da Fra' Domenico Spatola su Martedì 28 aprile 2020
lunedì 27 aprile 2020
L'opera dell'Associazione di volontariato Missione San Francesco
Cari amici,
La Missione San Francesco provvede giornalmente, da oltre venticinque anni ad assicurare un pasto caldo ai poveri che domandano un aiuto per sostenere la loro difficile condizione di vita, poiché spesso sono privi anche dell'essenziale per sopravvivere.
A raccogliere la sfida ci hanno spinto i valori umani e gli ideali del Vangelo, e tutte le difficoltà incontrate anzichè scoraggiarci ci hanno sollecitato a riuscire nel nostro intento, poiché siamo sempre fiduciosi nella Provvidenza di Dio e nella bontà dei cuori del prossimo.
Abbiamo realizzato il nostro sogno: rendere più vivibile la vita di tanti fratelli in difficoltà, poiché da noi vige la regola dei frati francescani per cui, chiunque bussi alla nostra porta, non può andare via senza mangiare. Tutto ciò che è a disposizione in ogni caso viene diviso in ugual modo.
Vogliamo coinvolgere anche te a far parte degli angeli che condividono con noi questa missione. Il tuo aiuto, in denaro o in offerte di generi alimentari, anche minimo, è prezioso per mantenere una "Missione" che, negli anni, ha fatto corrispondere all'emergenza il lavoro del cuore e della mente dei tanti volontari.
La mensa è aperta tutti i giorni dell'anno, inclusi sabati, domeniche e festivi. Oltre ad un pasto caldo i bisognosi possono usufruire anche di un servizio doccia,
Puoi dare un grande aiuto alla Missione donando il tuo 5x1000 nella dichiarazione dei redditi: firma e inserisci il nostro codice fiscale nell'apposito spazio: 97319880825.
Chi desidera anche contribuire economicamente, potrà farlo con un versamento sul c/c:
Banca di Credito Siciliano agenzia 4 - Palermo
IBAN: IT45 C030 1904 6040 0000 9122 136
Fra' Domenico Spatola
Dona il 5x1000 alla Missione San Francesco: aiutaci ad aiutare i poveri sempre più numerosi
A tanti Amici che ci seguono nell'impegno quotidiano di offrire un pranzo e l'aiuto ai tanti poveri (resi più numerosi in questo tempo di coronavirus), chiediamo di venirci incontro sottoscrivendo il 5×1000 in favore della nostra Missione San Francesco.
Vi siamo grati perché il vostro aiuto lo riteniamo dono della Provvidenza.
Firma e inserisci il nostro codice fiscale nello spazio 5x1000 della tua dichiarazione dei redditi.
Dio saprà ricompensare ogni vostro segno di solidarietà verso i fratelli più bisognosi. Grazie.
Fra' Domenico Spatola
sabato 25 aprile 2020
Fra' Domenico Spatola: 25 aprile, san Marco Evangelista
Tra noi e Cristo fe' arco
l'evangelista Marco:
A baleno
narrò puntuale e pieno
il vangelo di Cristo,
e primo acquisto
fece la Chiesa che riconosce
non mosce
indicazioni che offre
e, chi soffre
inizia a luminosa pista
da primo evangelista.
Dei quattro più solerte
fu ad iniziare alle erte
salite sul calvario
indicando a divario
via di salvezza,
narrando con saggezza
Gesù e il suo amore
all'interlocutore
che in lui crede
e, a sequela, offre sua fede.
Fra' Domenico Spatola
l'evangelista Marco:
A baleno
narrò puntuale e pieno
il vangelo di Cristo,
e primo acquisto
fece la Chiesa che riconosce
non mosce
indicazioni che offre
e, chi soffre
inizia a luminosa pista
da primo evangelista.
Dei quattro più solerte
fu ad iniziare alle erte
salite sul calvario
indicando a divario
via di salvezza,
narrando con saggezza
Gesù e il suo amore
all'interlocutore
che in lui crede
e, a sequela, offre sua fede.
Fra' Domenico Spatola
venerdì 24 aprile 2020
Fra' Domenico Spatola: La Resistenza. Tratto da: Un anno con fra' Domenico
Fu resistenza all’oppressore
che teutonico terrore
già seminava.
Così terminava
su tutta la Terra
la disumana guerra,
voluta fatale
dal caporale
che fece tremare
e ammazzare
milioni di gente.
Incosciente
fu Mussolini
che sugli stessi cammini
mosse i suoi passi.
Come tra i sassi,
fu quel risveglio
e meglio
si pensò al futuro
per un duraturo
comune cammino
di libertà a destino.
Oggi scommessa
sconfessa
chi vuol rifiutare
di ricordare
fatiche e dolori
subiti in passato
che non va cancellato.
Libertà è memoria
di ciò che la storia
ancora ricorda
né si scorda
perché il genere umano
non sia più insano.
Fra' Domenico Spatola: Un anno con fra' Domenico. Poesie per ogni giorno dell'anno.
che teutonico terrore
già seminava.
Così terminava
su tutta la Terra
la disumana guerra,
voluta fatale
dal caporale
che fece tremare
e ammazzare
milioni di gente.
Incosciente
fu Mussolini
che sugli stessi cammini
mosse i suoi passi.
Come tra i sassi,
fu quel risveglio
e meglio
si pensò al futuro
per un duraturo
comune cammino
di libertà a destino.
Oggi scommessa
sconfessa
chi vuol rifiutare
di ricordare
fatiche e dolori
subiti in passato
che non va cancellato.
Libertà è memoria
di ciò che la storia
ancora ricorda
né si scorda
perché il genere umano
non sia più insano.
Fra' Domenico Spatola: Un anno con fra' Domenico. Poesie per ogni giorno dell'anno.
Pagine 454 - Prezzo di copertina € 16,00
In vendita presso la Missione San Francesco - Via dei Cipressi - Palermo
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Parte del ricavato è devoluto alla Missione San Francesco, la mensa dei poveri gestita da Fra' Domenico e dai volontari
Diretta di fra' Domenico Spatola del 24 aprile 2020: Vangelo di Giovanni 6, 1-15
Pubblicato da Fra' Domenico Spatola su Venerdì 24 aprile 2020
Fra' Domenico Spatola: Non ebbi più dubbi
Quanti "perché", andando al villaggio
d'Emmaus, che a ingaggio
chiamava anche me.
Ero con te,
ma non ti vedevo,
avevo
in mente disfatta di croce,
neppure la tua voce
potevo capire,
amavo sentire
la mia sola lagnanza
perché m'era parsa devianza
del Messia la sorte
chiusa con morte.
Tu parlavi del normale destino,
coerente col volere divino:
che il Cristo patisse,
e questo il profeta predisse.
Quando alla meta
ancora non cheta
era mia anima affranta
e tanta
fu passione a volerti
e insistenze solerti
furon le mie
perché non continuassi tue vie:
"Resta - ti chiesi - Signore,
che volgon le ore
al tramonto".
Non so se a rendiconto,
con me tu restasti,
e quando spezzasti
il tuo pane per me
non ebbi più dubbi: eri proprio il mio Re!
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Cena di Emmaus (Caravaggio)
d'Emmaus, che a ingaggio
chiamava anche me.
Ero con te,
ma non ti vedevo,
avevo
in mente disfatta di croce,
neppure la tua voce
potevo capire,
amavo sentire
la mia sola lagnanza
perché m'era parsa devianza
del Messia la sorte
chiusa con morte.
Tu parlavi del normale destino,
coerente col volere divino:
che il Cristo patisse,
e questo il profeta predisse.
Quando alla meta
ancora non cheta
era mia anima affranta
e tanta
fu passione a volerti
e insistenze solerti
furon le mie
perché non continuassi tue vie:
"Resta - ti chiesi - Signore,
che volgon le ore
al tramonto".
Non so se a rendiconto,
con me tu restasti,
e quando spezzasti
il tuo pane per me
non ebbi più dubbi: eri proprio il mio Re!
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Cena di Emmaus (Caravaggio)
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Terza domenica di Pasqua (anno A): Luca 24, 13-35
13 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19 Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22 Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23 e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29 Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32 Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 33 E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29 Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32 Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 33 E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Emmaus, luogo di vittoria di Israele al tempo di Giuda Maccabeo, fu quel giorno ("il primo dopo il sabato") meta di rifugio per due discepoli di Gesù. Di uno sappiamo il nome: Cleopa, da Cleopatros ("il cui padre è illustre"), mentre all'altro, lasciato anonimo, pare che l'intenzione dell'evangelista sia che ogni credente possa dare il proprio nome. Il cammino procede ritmato in lamento responsiorato tra i due, che manifestavano tristi per la sorte capitata al loro Maestro "che fu potente in opere e parole". Sotto le spoglie di un viandante ignaro, Gesù si accosta a loro, per dialogare avendo ascoltato le lagnanze su "Gesù di Nazareth" che aveva deluso ogni loro aspettativa: "Noi speravamo che fosse lui a sollevare le sorti Israele!". Inutile si era rivelata inoltre l'attesa di tre giorni. Accennano tuttavia a uno spiraglio, cui però non danno peso perché non ritengono credibili le donne, che la mattina erano andate al sepolcro a cercare il cadavere di Gesù, e avendolo trovato vuoto, erano venute a riferire di una visione di angeli che lo dicevano risuscitato. A tanta ostinazione, severo il rimprovero del Maestro per non avere interpretato le Scritture che, con Mosè, i profeti e i Salmi, orientavano a lui, Messia sofferente e glorioso. A destinazione, il viandante prova a spingersi "oltre", ma i due insistono perché "resti con loro". Il tramonto lo impone e, a tavola, Gesù si svela "nello spezzare il pane". Gesto di Gesù noto ai discepoli, ai quali, scaldati per la via dalla sua Parola, si aprirono gli occhi, e lo riconobbero. Controcanto alla tristezza dell'andata, fu la loro gioia nel ritorno a Gerusalemme, dove agli Undici annunciarono: "il Signore veramente risorto", e come l'avessero riconosciuto "nello spezzare il pane", a modello per ogni Eucaristia.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: La cena di Emmaus (Tiziano)
giovedì 23 aprile 2020
Diretta di fra' Domenico Spatola del 23 aprile 2020: Vangelo di Giovanni 3, 31-36
Pubblicato da Fra' Domenico Spatola su Giovedì 23 aprile 2020
mercoledì 22 aprile 2020
Diretta di fra' Domenico Spatola del 22 aprile 2020: Vangelo di Giovanni 3, 16-21
Pubblicato da Fra' Domenico Spatola su Mercoledì 22 aprile 2020
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