sabato 12 novembre 2016

Fra' Domenico Spatola: "Con la perseveranza salverete la vostra vita". Commento al Vangelo della XXIII domenica del tempo ordinario.


Commento al
Vangelo di Luca 21, 5-19
della XXXIII domenica del tempo ordinario
 «Con la perseveranza salverete la vostra vita»  
 
 

Affascinati dalla straordinaria bellezza del Tempio di Gerusalemme, la cui costruzione iniziata da Erode “il Grande” nell’anno 20 avanti Cristo si concluderà nell’anno 62 dell’era vigente, i discepoli invitavano Gesù a condividere il loro stupore per «le belle pietre e per i doni votivi» che l’ornavano.
«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta», provò a disilluderli il Maestro. L’evangelista Luca registrò di loro, più che depressione, l’ansia di conoscere i tempi dell’accadimento: «Maestro – gli chiesero infatti – quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?».
          Essi, alla scuola di Israele, avevano imparato che Iahvè non avrebbe mai abbandonato i suoi nella difficoltà, come al tempo del temibile re assiro Sennacherib che nel VII secolo a.C., aveva dovuto in tutta fretta togliere l’assedio a Gerusalemme per una ragione improvvisa. L’episodio, riportato dal secondo libro dei Re al capitolo 19, aveva alimentato nel cuore degli Ebrei la convinzione che la Città santa fosse invincibile, perché «Dio è in mezzo ad essa, e non potrà vacillare » (Salmo 46, 6).
          Gesù invita i suoi alla cautela: «Badate di non lasciarvi ingannare», soprattutto dai tanti che strumentalizzeranno il nome divino (“Io sono”)  per presentarsi come “messia”.
«Vi diranno che il tempo è vicino». Il termine greco “kairos”, utilizzato per indicare il momento, è piuttosto “opportunità” da cogliere a volo.
Nell’insegnamento di Gesù c’è il rifiuto dell’ansia apocalittica, che prevedeva unilateralmente l’intervento straordinario di Dio nella Storia stravolgendone il cammino per la realizzazione del suo Regno.
Gesù, al contrario, prospetta il messaggio “escatologico”, ossia nella linea consequenziale della Storia dove l’uomo non è un burattino manovrato dai destini avversi, ma il soggetto attivo del suo divenire e contempla l’impegno e la sua attiva collaborazione.
«Guerre e rivoluzioni – continua Gesù – devono avvenire», perché parte del cammino necessario della Storia che marcia per l’inaugurazione del Regno.
La distruzione di Gerusalemme, anticipata in Luca (capitolo 17, 22-37)  e del suo tempio ad opera dei Romani (anno 70 e.v.) sarà la prima tappa dell’inarrestabile processo di crescita.
          I grandi sconvolgimenti sociali annunciati da Gesù echeggiano la linea dei  profeti che predicevano l’età nuova con gli inediti scenari e le opportunità di evangelizzazione per la nuova Comunità ecclesiale.      
Il “nuovo” tuttavia subirà attacchi dal vecchio sistema che si ribellerà, per timore che vengano scardinati “i pilastri” sui quali regge il potere nei suoi simboli: la “religione” quando strumentalizza Dio per dominare; la “nazione” chiusa egoisticamente su proprie convenienze per non collaborare; la “famiglia” senza alternative al regime del padre-padrone.
L’accesso al Regno richiede di conseguenza l’acquisizione della “paternità” divina,  sì che “Dio” non rimanga vaga idea, ma sia accolto come il “Padre” che comunica vita. Il concetto di “patria” o di “nazione” diventa sempre più riduttivo a confronto con le aperture del “Regno di Dio”, l’universale ambito dell’amore senza condizioni; e infine la tradizionale tipologia familistica ceda alla “nuova”, additata da Gesù in chi «compie la volontà del Padre».
Quanti avvertiranno nel Vangelo l’attentato alle proprie sicurezze di potere e di avidità lo combatteranno, tuttavia ottimistica è la previsione del Signore: «non potranno!».
 
Fra Domenico Spatola                                                                         

 

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