venerdì 17 febbraio 2017

Fra' Domenico Spatola: Commento al Vangelo della settima domenica del tempo ordinario: Matteo 5, 38-48

Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
 
Commento al Vangelo
 
Il Vangelo è esigente. Chiede qualcosa di eccessivo. Essere perfetti come il Padre.
Sembrerebbe uno sbarramento più che un incitamento.
Dio, come mediato dalla cultura religiosa, è "onnipotente", "immenso", ossia con le qualità inarrivabili per gli umani e per le loro capacità.
Per cui quel messaggio sembra più un deterrente che un incoraggiamento. Invece, la esplicitazione successiva ci offre del Padre un ideale amichevole e di grande tenerezza verso i figli, dei quali non considera i meriti ma solo i bisogni. Questo Padre, additato a modello di perfezione, da "sorgere il sole sui buoni e sui cattivi" e fa "piovere sui giusti e sui peccatori". Si comprende perciò l'utilizzo nella lingua greca del verbo "amare". Viene impiegato, per descrivere l'amore del Padre, il verbo "agapào", che indica di Dio il suo amore unilaterale, quello che non cerca il contraccambio.
"Bisogna" - dice Gesù - amare come il Padre" ed essere, come tradurrà il passaggio parallelo del Vangelo di Luca: "Siate misericordiosi come il Padre celeste".
Questo comporta nella quotidianità attenzione all'altro, nel superamento di quella Legge di Mosè che consentiva un'idea limitata dell'amore per gli altri.
Rompere la catena della violenza (occhio per occhio, dente per dente); non reprimere le potenzialità dell'amore chiudendosi nella dimensione riduttiva del clan, della tribù e della stessa nazione.
Gesù propone di amare i nemici. Facendo in definitiva propria l'esperienza di Dio, che, nel perdono incondizionato verso tutti, attualizza la sua paternità.
E' messaggio che continua il confronto serrato tra le due Alleanze, dove al modello obsoleto del minimo per la sopravvivenza, Gesù propone quello della vita piena e offerta senza condizioni che sola consente maturità sull'esempio del Padre.
 
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Cristo Salvator Mundi di Leonardo da Vinci

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