mercoledì 1 novembre 2017

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della festa di tutti i Santi: Matteo 5, 1-12

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Commento al Vangelo

Le "Beatitudini" sono la "Carta" del Regno. Luogo della proclamazione, indicato da Matteo, il "Monte" alternativo al Sinai, e perciò anonimo e allusivo. 
Da lì Mosè prelevò la Legge, a stipula dell'Antica Alleanza. La "nuova" di Gesù è la proposta di felicità in relazione altra tra Dio, sperimentato "Padre" e i suoi "figli". 
Otto (numero della Risurrezione) le proposizioni conosciute "beatitudini", per l'incipit che dichiara "beati" o felici quanti in essi sono riconoscibili. Interpretativa di tutte le Beatitudini è la prima, dove la povertà, scelta sul modello divino per realizzare l'altrui felicità, qualifica i discepoli che del Signore sperimentano la premura. Le tre proposizioni, a seguire, definiscono beati coloro che, a soluzione della fame di pane e per ottenere giustizia, incontreranno chi si prenderà cura di loro, abolendo le cause della loro afflizione. 
La terna successiva descrive le qualità dei discepoli dello stesso messaggio, dichiarandoli "figli" di Dio, perché costruttori di pace, e come lui misericordiosi e puri di cuore. 
Il messaggio è dunque positivo e non strutturato a divieto come il dettato dell'antica Legge. L'interesse è tutto a favore dell'umanità e dei deboli. I nuovi valori di umiltà e di servizio, combattono quelli avidi del potere e dell'ansia del prestigio. 
La persecuzione, consequenziale risposta inconvulsa di quanti combattono la "novità", testimonia il crogiuolo della veridicità e dell'appartenenza. 
"Beati i perseguitati... di essi è il Regno dei Cieli". 

Fra'  Domenico Spatola
Nella foto:  Il discorso della Montagna. Dipinto di Carl Heinrich Bloch

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