venerdì 22 dicembre 2017

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della IV Domenica di Avvento: Luca 1, 26-38

26Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
 
Per l'annunciazione alla Vergine, il genere letterario adottato da Luca evangelista è il "midrash". Utilizzo conosciuto di brani biblici per stigmatizzare l'evento. La Parola si spiegava a se stessa. Tali tasselli veterotestamentari evocativi per esprimere l'inesprimibile del fondamento cristiano. Doviziosi i dettagli per la scena: vengono precisati con il tempo ("al sesto mese") e il luogo (Nazareth, città della Galilea) anche i nomi della destinataria e dell'invito divino: Maria e l'annunciante Gabriele, l'arcangelo protagonista di precedenti missioni. Quella a Maria sarà senza eguali. Non indifferente il saluto se turbò la Vergine. Comportava programmi inauditi e immensi. Maria intuì e Gabriele la tranquillizzò per lo sconvolgente messaggio che stava per svelarle: "Dio ti vuole sposa e tu gli darai un figlio". A precipizio e tutto d'un fiato declina le fasi biologiche dal concepimento alla nascita, con l'aggiunta anticonvenzionale che sia la madre a dare il nome di Gesù. Maria, dalle qualità divine annunciate del Nascituro non ritiene alcun uomo capace di essergli padre. "Responsabile sarà lo Spirito che scenderà su di te e ti coprirà con la sua ombra". La Creazione è così promossa in dirittura di "divinizzazione". Il "Sì" di Maria fu salutato a festa dalla umanità che era in attesa dalla notte dei tempi, ossia dal suo primo vagito.
Maria fu sposa e serva e, come il Figlio, per amore. Al suo "Sì" il "Verbo si fece carne e si attendò tra noi". Per fare Dio nostro fratello, divenne sua Madre.
 
Fra' Domenico Spatola.
Nella foto: Annunciazione di Leonardo da Vinci (1475)
 
 
 

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