venerdì 17 agosto 2018

Fra' Domenico Spatola: Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della domenica XX del tempo ordinario (anno B): Giovanni 6, 51-58

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».


Giovanni, nel capitolo sesto del suo Vangelo, continua ad esplorare i significati dell'Eucaristia.
"La sua condizione divina" è rivendicata da Gesù con il verbo "Io sono", che traduce il tetragramma IAHVÈ. Il "pane di vita" è da lui offerto perché  chi lo mangia erediti la vita eterna.
Ma quel "pane" è la sua "carne", sacramento  dello Spirito che svela all'Umanità il "divino" cui essa è vocata.
I capi religiosi ("i Giudei") discutono, avversando "Costui" (senza chiamarlo mai per mome), perché non è nei loro calcoli che Dio non pretenda doni, ma  - come afferma Gesù - si faccia egli stesso "dono d'amore".
La "carne" e il "sangue", evocano, dell'Esodo biblico, "l'agnello pasquale" della cui "carne", s'era nutrito il popolo avviato a libertà, e dal suo "sangue",  tinteggiante gli  stipiti delle porte, gli Israeliti in Egitto erano stati risparmiati
dalla furia dell'Angelo sterminatore.
Antiche "figurazioni" che si fanno realtà in Gesù e nella "vita eterna" che egli comunica a chi con lui si fonde in  "unità".
Il fallimento rimane al passato di chi mangiò la manna e morì. Non teme confronto il cibo da Gesù offerto: "Chi mangia questo pane, vivrà in eterno".

Fra' Domenico Spatola 
Nella foto: Dipinto di Tiziano 


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