venerdì 14 settembre 2018

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXIV domenica del tempo ordinario (anno B): Marco 8, 27-35

VERSO GERUSALEMME
Tu sei il Cristo
27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
Primo annuncio della morte e della risurrezione
31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. 

Commento al Vangelo:
Voglia di chiarimento con i discepoli. Una gita  fino a Cesarea di Filippo alle falde dell'Hermon fa al caso. La Galilea non è  più  sicura per le troppe influenze soprattutto religiose. La verifica è su strada:
"Chi dice la gente che io sia?
"Giovanni Battista", il martire in lui reincarnato.
Altri dicono "Elia", dato dalle profezie come "apripista" del Messia. Altri "il profeta", preconizzato da Mosè per fare osservare la Legge. A tale confusione avevano contribuito con la predicazione, anche i discepoli, perciò volle tastare anche la loro fede: "Voi chi dite che io sia?".
Scalpitante, Pietro lo apostrofò: "Tu sei il Cristo!". La risposta era inacettabile e fu da subito rigettata, con il divieto severo di non farla circolare. Gesù infatti non si riteneva il "Messia", "figlio di Davide", atteso restauratore della monarchia in Israele per fare osservare la Legge mosaica. Ritenne perciò urgente chiarire, a costo di deluderli, sulla vicenda de "il Figlio dell'uomo che avrebbe sofferto ad opera degli uomini sino alla croce".  Aggiungendo però che quella morte non sarebbe stata la fine, perché "dopo tre giorni sarebbe risuscitato".
La morte del Messia era un tema scandaloso per Pietro, che "preso Gesù in disparte", provò a esorcizzarlo come ossesso.
"Avversario" ("satana"), fu definito dal Maestro che, voltatosi, gli impose di stare dietro a lui, perché Egli era la guida.
Urgeva frattanto il chiarimento con la folla e coi discepoli per prevenire delusioni: la sequela di Gesù non condurrà al trionfo ma all'umiliazione di "condividere la croce".
A ognuno perciò spettava la scelta di salvare, appresso a lui, la propria vita "perdendola", anziché registrare il fallimento di chi rinuncia alla sua sequela.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: San Pietro di Simone Martini 


1 commento:

  1. Per guadagnare la vita bisogna gettarla allo sbaraglio e chi ne fa un retaggio avaramente amministrato la uccide (Ernesto Buonaiuti)

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