venerdì 23 dicembre 2016

Fra' Domenico Spatola: Commento al Vangelo di Luca 2, 1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.
8C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
 
14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
 
Commento al Vangelo
 
Il racconto della nascita di Gesù nella versione di Luca evidenzia da subito uno dei temi cari all'evangelista e che fa da filo conduttore in tutto il Vangelo: l'amore per i poveri e gli ultimi della terra. Il racconto, al capitolo secondo, si apre solennemente con l'enunciato decreto dell'uomo più potente del momento, Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutti i sudditi dell'impero. Le motivazioni che spingevano l'imperatore erano dettate dall'esigenza di imporre le tasse. Viene dall'evangelista indicato Quirinio governatore della Siria, da cui dipendeva la Palestina. Va subito detto che le indicazioni storiche non sono rigorose al punto da creare qualche problema di natura cronologica. Ma la fedeltà storica non è preoccupazione dell'evangelista, quanto piuttosto il messaggio teologico che è quello di inserire la nascita di Gesù in un contesto umano e il suo nome riscontrabile tra quelli censiti negli Annali dell'impero.
Giuseppe, lo sposo di Maria che era incinta di Gesù, infatti vantava di avere antenati regali come appunto il re David, vissuto circa mille anni prima. Ma una profezia del suo profeta di corte, Natan, gli aveva pronosticato che un suo discendente avrebbe regnato per sempre e su tutta la terra. Questo presagio riguarderà Gesù il figlio di Maria, al quale Giuseppe darà il nome, come ricorda il Vangelo di Matteo, a indicare che toccherà a lui assicurare una paternità putativa.
Il racconto prosegue con l'informazione che anche Giuseppe e Maria devono farsi censire nella loro regione d'origine: la Giudea e, in particolare, Betlemme la città natale del re David; e la custodia della madre, in una cultura dove la figura maschile era determinante per la stessa struttura familiare. Molto tempo prima la santa Coppia raggiunse la città di Davide e, molto laconicamente, l'evangelista annota che quando si compirono i giorni del parto, Maria diede alla luce un figlio che avvolse in fasce e depose in una "mangiatoia". Pur nella sua essenzialità feriale, la notizia è carica di informazioni. Si racconta infatti della povertà e della normalità dei genitori di Gesù, alla cui nascita non preludano eventi miracolistici: Gesù nasce come tutti i bambini e, l'indicazione della "mangiatoia" come culla approntata per il Neonato, servirà come "segno" per i pastori, per riconoscere in Gesù il "proprio Salvatore".
Frattanto, nel vicino campo, i pastori vegliano di notte le greggi, quando dinanzi a loro apparve l'Angelo del Signore per annunciare la nascita di Gesù a Betlem. Evidenziarono giustificabile timore di quella vista, ma furono rassicurati perché il Neonato "Cristo Signore" era come i loro bambini "adagiato su una mangiatoia". Si rallegrarono e vollero subito dar seguito all'invito: "Andarono, e videro il Bambino che riposava nella mangiatoia". Pieni di gioia, ritornarono alle loro greggi, per avere visto la Gloria del Signore che li aveva abbracciati con la Sua luce. 
 
Fra' Domenico Spatola 
Nella foto: Adorazione dei pastori (Rubens)

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