venerdì 6 marzo 2020

Fra' Domenico Spatola: Si trasfigurò.

Gesù sull'alto monte
volle lasciar sue impronte
di vera gran potenza.
Vi salì, ma non senza
i seguaci riottosi:
Pietro e i capricciosi
due "figli del tuono":
Giacomo e Giovanni, che sono
di Zebedeo i figli.
Disattenti a suoi consigli
non vi prendevan parte
e stavano in disparte,
Gesù si trasfigurò:
il volto fu sole che brillò
e le vesti luminose.
Apparvero portentose
le figure di Mosè e di Elia
che discutevano con lui in compagnia.
Pietro, a tale vista,
volle sua conquista,
costringendoli a restare,
perché "bello - per lui - era contemplare!".
Propose a ognuno una capanna,
dando però a Mosè l'osanna
con il posto più centrale
mentre a Gesù il succursale.
Stava così a blaterare
quando vide arrivare
la nuvola celeste
che tolse al guastafeste
la parola
che a Cristo volea far scuola
di evitar la croce.
Perciò severa fu la Voce:
"Questi è il Figlio mio, l'amato:
lui solo va ascoltato!"
Contrariati i seguaci,
or meno audaci
e colti da timore
non comprendendo ancor l'amore.
Finita la visione
fu a raccomandazione
"non dire cos'era stato
finché da morte il Cristo non risuscitato!".

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Trasfigurazione di Giovanni Bellini

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