venerdì 13 marzo 2020

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Terza Domenica di Quaresima (anno A): Giovanni 4, 5-42

Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: «Dammi da bere!», tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: «Io non ho marito». 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.
Alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano
31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: «Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura»? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
I Samaritani credono in Gesù
39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Galante appuntamento al pozzo di Giacobbe con la "Donna" samaritana,  per le nozze di Gesù con l'Umanità peccatrice e pagana. A mezzogiorno, i discepoli sono andati ad acquistare cibo, Gesu, in attesa, è seduto sul pozzo. Alla donna giunta, per attingere l'acqua, chiede da bere. 
Meravigliata: "Tu giudeo chiedi acqua a me Samaritana?"
Atavica era l'ostilità tra i due popoli.
Gesù: "Se tu conoscessi chi ti chiede, saresti tu a domandare a lui!"
"Non hai un secchio, e il pozzo è profondo".
Replica: "Quest'acqua non disseta! Dovrai sempre tornare. L'acqua che io offro è sorgente in chi la beve".
Pronta vuole soluzione al suo problema.
Gesù tenta nuova mediazione: "Va' a chiamare tuo marito".
Piccata la risposta: "Non ho marito!"
"È vero - la corregge - perché ne hai avuto cinque, e l'attuale non è marito!"
Evocata qui è la storia di Samaria. Occupata dagli Assiri nell'VIII secolo a. C., rinnegò Iahvè a fronte delle cinque divinità imposte.
Frattanto matura nella donna l'intuizione su Gesù: "un profeta". Chiede certezze: "Dove adorare Dio: a Gerusalemme o sul monte, a noi di fronte, il Garizim?"
Risoluto: "Né a Gerusalemme né su questo monte: Dio si adora in spirito e verità!".
Da "Profeta" a "Messia", il passaggio è conseguenziale: "Quando il Messia verrà annuncerà a noi ogni cosa". Gesù qui le si rivela: "Sono io che ti parlo!".
L'idillio al culmine viene però interrotto dai discepoli: "Rabbì, mangia!". Per Gesù  cibo è la volontà del Padre, nella quale prova a coinvolgerli, con l'entusiasmo per la messe che biondeggia per la mietitura: sono i Samaritani accorsi a dichiarare la fede in Gesù "Salvatore del mondo!"

Fra' Domenico Spatola
Dipinto di Mattia Preti (1565)

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